RAGAZZA DI RIVOLI RICOVERATA IN AUSTRALIA, APPELLO DELLA FAMIGLIA: “AIUTATECI”

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di LORENZO BONUOMO

RIVOLI – Il Natale è alle porte, ma in casa Piscitelli non c’è aria di festa. Non da quella mattina del 26 novembre, quando una telefonata giunta dall’Australia ha turbato la routine quotidiana di una normale famiglia di Rivoli: “Barbara oggi ha avuto un ictus”.

Dall’altra parte della cornetta c’è Margherita, un’amica di Barbara Piscitelli, 27 anni, secondogenita di Francesco e Piera Piscitelli. Il primo ha 62 anni ed è un ex guardia giurata della Fiat, ora in pensione. La seconda di primavere alle spalle ne ha 58, per anni ha lavorato come addetta alle pulizie all’ospedale di Rivoli.

La ragazza al momento è ricoverata presso il reparto di neurologia del Townsville University Hospital, nello stato australiano del Queensland, a circa 237 chilometri da Airlie Beach, dove la ragazza vive e lavora attualmente come operatrice di sala. Barbara ha lasciato Rivoli per l’Australia nel 2016, tramite una conoscenza di lavoro.

“Attualmente le sue condizioni sono stabili. È fuori pericolo. Durante la prima settimana di ricovero Barbara ha reagito molto bene agli stimoli: rispondeva alle domande correttamente, ha fatto progressi rapidi nella riabilitazione motoria, il recupero procedeva molto bene. Poi per qualche giorno il recupero psico-fisico ha subito uno stop imprevisto. Ma oggi per fortuna c’è stato un nuovo miglioramento” afferma Alessandra Piscitelli, 30 anni, sorella maggiore di Barbara. Di mestiere fa la commessa in un negozio di scarpe a Collegno. Se potesse, partirebbe con i genitori immediatamente, per dare alla sorella tutto il supporto possibile per vincere questa battaglia.

“In casa l’umore è un mix di ansia e preoccupazione e tristezza. Mia mamma piange spesso, è molto apprensiva. Io e papà cerchiamo di farci forza a vicenda e di mantenere il più possibile un atteggiamento positivo. Anche il ragazzo con cui convivo mi aiuta molto in questo senso” dichiara Alessandra, che nonostante la tensione del momento non perde il tono di voce energico e vitale, tipico del suo carattere espansivo.

La volontà di salire sull’aereo è tantissima e in data odierna sono arrivati i primi due visti umanitari dall’Ufficio Immigrazione. Francesco, il padre, ne userà uno per partire già la prossima settimana. Ma ci sono altri ostacoli da superare. In primis, il prezzo proibitivo dei biglietti aerei, che attualmente oscillano tra i 4.000 e i 6.000 euro per ogni adulto (comprensivi di andata e ritorno), salvo rare eccezioni. Complice il caro voli causato dalla pandemia da Covid-19. Poi c’è la questione legata al periodo di isolamento fiduciario, obbligatorio per chiunque arrivi in Australia in questo periodo. Per questo scopo, il governo australiano predispone delle strutture apposite in cui trascorrere i 14 giorni di quarantena. Le spese per il vitto e l’alloggio però, sono a carico dei viaggiatori: 2.800 dollari a testa il prezzo per tutta la durata dell’isolamento. Queste le misure che il governo locale ha adottato per preservare lo status di paese “Covid free”.

“In questo momento in famiglia ora sono l’unica che lavora. Mio padre è in pensione e mia madre da tre anni ha lasciato il lavoro per dare una mano ai nonni, che hanno 83 e 87 anni” spiega la 30enne “la mia famiglia non poteva permettersi tutte le spese del viaggio da sola, considerando anche che io da gennaio sarò messa in aspettativa”. Per superare la barriera economica, martedì 2 dicembre Alessandra ha lanciato una raccolta fondi attraverso la piattaforma online “GoFundMe”. L’obiettivo è raccogliere una somma sufficiente per sostenere almeno il costo dei tre biglietti aerei e la quarantena in Australia.

“Vogliamo raggiungerla anche per dare respiro a Phil, il fidanzato di mia sorella. Spesso gli amici li vanno a trovare, ma la maggior parte del tempo è da solo, ad affrontare una situazione inedita, più grande di lui” precisa Alessandra. Phil è uno chef inglese di 29 anni. Il ragazzo al momento è l’unica persona che non lascia mai da sola Barbara. Per farlo, ha preso una pausa dal lavoro e alloggia in una specifica struttura che l’ospedale mette a disposizione per i famigliari dei lungodegenti, al prezzo di 60 dollari a notte. La stessa struttura di cui intendono usufruire i tre una volta arrivati sul posto.

A distanza di cinque giorni, l’annuncio pubblicato da Alessandra ha fatto registrare la partecipazione di centinaia di donatori tra amici e parenti. Tra le donazioni più cospicue spicca quella di Martina, l’amica del cuore di Barbara. Martina è la persona che in questi quattro anni ha preso l’aereo più spesso di tutti per andare a trovare l’amica in Australia. Durante una di queste trasferte ha conosciuto Stefano, un amico di Barbara, che è diventato il suo futuro sposo. Anche lui era migrato nell’ex colonia britannica per lavorare. Il matrimonio tra Martina e Stefano era previsto per il maggio del 2021 e Barbara era stata scelta come testimone di nozze. Ma quando ha saputo dell’ischemia dell’amica, Martina ha deciso di rimandare tutto, fino ad allarme rientrato. “L’avrei strozzata” commenta scherzosamente Alessandra, per sottolineare la generosità dell’amica “ma su questo non ha voluto sentire ragioni: “finché Barbara non si rimette in sesto io non mi sposo” mi ha detto”.

Per chi volesse partecipare alla raccolta fondi ecco il link per aiutare Barbara: https://www.gofundme.com/f/raccolta-fondi-per-aiutare-barbara-piscitelli.

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