DA COLLEGNO ALLA VALSUSA DONATE 3000 SOTTO-MASCHERINE GRAZIE A SARTE, DONNE E MAMME

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di ANGELO FRANCO

In Cintura e Valsusa la solidarietà ai tempi del Covid-19 nasce dal cuore e dalle mani dei tanti cittadini che si sono adoperati nella realizzazione e donazione di circa 3.000 sotto-mascherine di cotone per gli ospedali di Rivoli, Orbassano, Susa, Pinerolo, Moncalieri, Torino Molinette, Mauriziano, Humanitas Gradenigo, Amedeo di Savoia e Asl. Le sotto-mascherine donate, se indossate a contatto con la pelle, sotto la mascherina protettiva del tipo FFP3, possono prevenire ed evitare le escoriazioni sui volti dei medici e degli infermieri che quotidianamente sono obbligati ad indossare tali filtranti facciali per turni lunghissimi ed estenuanti, al termine dei quali i loro volti possono presentare accese e dolorose irritazioni.

Da Susa a Rivoli, da Bruino a Rivalta di Torino, Collegno, Grugliasco, Piossasco, Pinerolo fino ad arrivare a Perosa Argentina, le sotto-mascherine sono state realizzate non solo da sarte professioniste, ma anche da generose mamme e donne che con grande umanità e spirito di collaborazione hanno ripreso ago e filo, o la macchina da cucire, per rendersi utili nel fronteggiare l’emergenza che ha sconvolto la vita di tutti nel giro di poche settimane. Sono numerosi anche gli uomini e i giovani che hanno sfidato la loro manualità e supportato il progetto. Oltre alle mascherine sono state realizzate e consegnate palline antistress per i pazienti, lettere di ringraziamento, disegni fatti dai bambini per i medici, biglietti e frasi motivazionali dedicate a tutto il personale ospedaliero.

Ma come è nata questa iniziativa? Lo abbiamo domandato a Simona, la volontaria che è stata letteralmente subissata dalla generosità di comuni cittadini, dopo aver condiviso, il 20 marzo scorso, un appello riassuntivo di una serie di toccanti richieste di aiuto pubblicate su Facebook dalla coordinatrice infermieristica dell’Asl Sabrina Grigolo.

“Se avete mamme che sanno cucire, bisogna confezionare delle semplici mascherine in cotone con quattro laccetti o elastici per il personale medico dell’Asl. Servono da mettere sotto alle mascherine che hanno perché quelle filtranti provocano ulcere alla faccia. Fate girare vi prego”.

L’appello pubblicato da Simona ha ottenuto in poche ore migliaia di condivisioni ed è stato capace di mettere in moto una vera e propria macchina della solidarietà, che ha coinvolto e unito cittadini e medici in un unico abbraccio.

“Un sacco di persone si sono impegnate nella produzione delle sotto-mascherine. Molte hanno messo a disposizione il materiale, riutilizzando tovaglie e altri articoli di cotone. Tante ragazze giovani dopo aver letto l’annuncio si sono messe in gioco direttamente o attivando le loro mamme. Sono arrivate mascherine da tutto il Piemonte, e da altre parti d’Italia, ben 500 da Firenze” – comunica Simona.

In merito al supporto dato a medici e infermieri, la volontaria che si è trovata a “coordinare” le varie attività di questa iniziativa, dichiara: “Siamo più che felici di adoperarci in questo progetto, se il nostro lavoro fa sentire un po’ meno abbandonati i medici e gli infermieri che stanno fronteggiando direttamente il virus. Il loro ruolo è fondamentale, ma estremamente difficile”.

Abbiamo raccolto anche la testimonianza di Teresa Scaiano, la ragazza di Collegno che dopo aver letto l’appello di Simona, si è messa all’opera creando a sua volta un sottogruppo di collaboratrici provenienti da Rivoli, Rivalta di Torino, Collegno e Grugliasco.

Cosa ti ha spinto a partecipare a questa iniziativa? “In primis la voglia di aiutare in un momento così buio. Sono sempre stata appassionata di lavori manuali e creativi, e allora ho pensato di rendermi utile nella pratica, cucendo le sotto-mascherine, ma anche nella raccolta del materiale proveniente dalle persone che si sono attivate nei dintorni, e dai vicini di casa che hanno avuto modo di mostrare la loro generosità donandoci cotone e materiale elastico. Anche alcuni commercianti della zona, si stanno rendendo davvero utili. Può sembrare egoistico ma non lo è affatto: fare del bene agli altri, significa anche far del bene a se stessi”.

Teresa tiene molto a fornirci anche un elenco dei nomi delle persone che come lei, si sono rese disponibili: Rossella, Marilena, Fioralba, Giorgia, Gabriella, Sabrina, Marisa e Patrizia sono soltanto alcune delle speciali “sarte d’emergenza” operative sul territorio.

Vogliamo concludere con l’emozione della volontaria Simona, quando si trova davanti ai medici per effettuare le consegne delle donazioni: “Dietro ad ogni mascherina c’è una storia, ognuna di queste mascherine ha l’anima di chi l’ha cucita. Quando le consegno ai medici, loro ci ringraziano e io mi emoziono sempre, perché siamo noi che dobbiamo dirgli grazie, un grazie davvero enorme”.

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