di CHIARA BARISON
RIVOLI – Si svolgerà sabato 18 gennaio, a partire dalle 15.30, il presidio dei dipendenti del castello di Rivoli in presenza del primo cittadino Tragaioli e del sindacato.
Numerose le figure professionali riunite, tra cui addetti alle pulizie e guide, per esprimere il proprio disappunto nei confronti del gestore e delle società appaltatrici dei vari servizi. Dal 26 dicembre, infatti, è stato chiesto ai lavoratori di lavorare anche nei festivi, come se non si trattasse di una festività “segnata in rosso” sul calendario. Questa situazione si è verificata anche a Capodanno e all’Epifania.
“Il riposo nei giorni festivi infrasettimanali ha carattere generale ed è tutelato dalla stessa Costituzione all’art. 36 – spiega il sindacalista Basile – Sul punto si è pronunciata la Cassazione: tutti i dipendenti sono titolari di un vero e proprio diritto di astensione al lavoro nelle ricorrenze civili: l’azienda non può procedere al licenziamento a seguito del rifiuto, in quanto sarebbe illegittimo. È altrettanto vero, però, che questa regola può essere derogata in presenza di un accordo specifico con il datore di lavoro”.
Nemmeno il contratto collettivo in cui sia prevista la possibilità di lavoro festivo può prevalere su un patto siglato (individualmente tra datore di lavoro e dipendente o raggiunto con l’intervento del sindacato) in cui di prevede espressamente l’obbligo di non rifiutare lo svolgimento della prestazione lavorativa durante le festività. Accordo che, come afferma il segretario della Cisl Fisascat Sabatino Basile, non è mai stato sottoscritto: “Poco prima di Natale, periodo in cui avremmo dovuto chiudere l’accordo, le imprese coinvolte ci hanno comunicato che non lo avrebbero fatto. La morale? I dipendenti del Castello hanno dovuto lavorare. Si tratta di persone che percepiscono in media 500 euro al mese e sono praticamente costrette a lavorare tutte le volte che viene loro richiesto”.