COLLEGNO – Si chiama “L’orto che cura” il laboratorio della cooperativa sociale Il Margine, in piazzale Avis 3 a Collegno, per persone con disabilità o altre forma di svantaggio, impegnate nella produzione ortofrutticola, florovivaistica, apistica e in tutte le altre operazioni del progetto. Ci spiegano da Il Margine: “Noi, l’orto che cura, l’abbiamo immaginato e costruito mattone su mattone, a partire dal recupero di un’area storica di Collegno, che un tempo era l’azienda agricola che nutriva l’ospedale psichiatrico. Per dare forma al nostro orto, abbiamo investito risorse, acquisito nuovi saperi e, soprattutto, intrecciato reti. Quello che abbiamo adesso è un luogo aperto a tutti, dove stiamo portando avanti diverse produzioni, oltre all’orto in campo, come il miele e la vivaistica in serra (produzione che viene utilizzata nella commessa delle fioriere esterne di tutta la città)”.
Il ritorno alla natura per gli anziani e i malati di Alzheimer è di fondamentale importanza, spesso ritrovano parte della loro quotidianità passata e si ritrovano in ambienti a loro familiari. Non a caso, la cura dell’orto, viene annoverata tra le terapie non farmacologiche che donano benessere psico-fisico ai malati di Alzheimer, ed ha molteplici risvolti positivi, ad esempio si combatte il disturbo da ambiente chiuso, in un orto si può camminare, passeggiare, ci si trova in un luogo protetto, ma con spazi ampi a disposizione, mentre di solito chi è affetto da demenze, si trova in ambienti sicuri, ma chiusi e magari di ridotte dimensioni, basti pensare alle nostre case.
Curare una pianta consente di pianificare un’azione, di svolgere movimenti in sequenza e quindi si mantengono delle autonomie, in modo naturale, senza forzature. Gli ambienti verdi, illuminati, gratificano la vista e donano un senso di pace e di relax. Ciò che sembra scontato non lo è, diventa attività anche annusare le varie erbe aromatiche, sfregare le mani per sprigionarne i profumi, riconoscerle e ricordarne i nomi. In tutto ciò stimoliamo vista, tatto, olfatto, udito e mente. Prendersi cura delle piante risponde ai bisogni emotivi e affettivi dei pazienti.
“Abbiamo anche pensato che il nostro orto doveva essere un luogo per sperimentare la didattica e l’animazione ambientale unite alla diversità e doveva diventare uno strumento efficace per percorsi riabilitativi destinati a persona con difficoltà – continuano da Il Margine – oggi, la cosa che ci rende più orgogliosi del lavoro fatto è vedere ragazzi provenienti dai servizi territoriali lavorare nei nostri campi con grande passione, così come incontrare all’orto i cittadini del territorio che qui sembrano sentirsi a casa propria”.
Gli incontri all’orto hanno cadenza settimanale ed avvengono in mattinata, dalle 8 alle 13 dal lunedì al venerdì.
Seguite le pagine Facebook de Il Margine (https://www.facebook.com/anzianialzheimer/), dell’orto che cura (https://www.facebook.com/ortochecura/) e il sito web della cooperativa Il Margine (www.ilmargine.it), per non perdervi nessuna novità e rimanere sempre aggiornati. Per informazioni telefonare al numero 011.4102711.
(Informazione pubblicitaria a cura della New Press)