di ANDREA MUSACCHIO
RIVOLI – Sono giorni caldi all’istituto scolastico Giulio Natta. La preside dell’istituto Rita Esposito intende cambiare l’orario scolastico in modo di poter iscrivere le nuove 12 classi prime per l’anno scolastico 2019/2020, determinando una notevole crescita di popolazione scolastica. Una crescita che porterebbe però disagi a tutti gli studenti dell’istituto, partendo dalle classi seconde fino alle quinte.
Secondo la testimonianza di un genitore, il cui figlio ha terminato la classe seconda presso l’indirizzo tecnico, alcuni mesi fa la scuola avrebbe ricevuto una comunicazione secondo la quale non sarebbe a norma per ospitare tutti i ragazzi iscritti dal prossimo anno scolastico: “Nonostante sia nuovissimo, l’edificio non sarebbe strutturato per contenere tutti i ragazzi, con le nuove iscrizioni – afferma il genitore – non a caso c’è l’ipotesi di costruire una nuova ala, ma non sappiamo quando inizieranno i lavori. Il Natta ospita gli indirizzi professionali tecnico, grafico e il liceo scientifico. Siccome ci sono diversi licei scientifici qui vicino, che tra l’altro hanno delle aule vuote, abbiamo chiesto alla preside di mandare i ragazzi che frequentano quel ramo di studio in altre scuole, per non penalizzare gli studenti che frequentano il tecnico, ad esempio. In quanto non potrebbero usare i laboratori specifici al loro corso. La preside però non ha accettato questa ipotesi perché significherebbe diminuire il numero di studenti. Dal prossimo anno al Natta entreranno dodici classi prime. Durante la riunione del 4 luglio ha spiegato che i docenti, con il rischio di avere troppe ore a vuoto, potrebbero andare via e non vuole perdere le sue eccellenze“.
Il problema dell’arrivo di 12 classi prime al Natta, e quindi del notevole aumento di iscritti, ha portato il dirigente scolastico a presentare una riforma per il prossimo anno scolastico, definito “un anno di sofferenza”.
Il piano prevede l’aumentare le ore di lezione (da sei a sette) con l’aggiunta di un pomeriggio, dalle ore 14.30 fino alle 18.30, dove le varie classi (dalla seconda fino alla quinta) dovranno frequentare a rotazione. Se questo progetto dovesse essere accettato, i problemi per gli studenti sarebbero molteplici: “Molti studenti arrivano da Val della Torre, da Pianezza oppure da Venaria Reale. Come possono tornare a casa alle 18.30? Oppure, ci spieghi come possono stare sette ore di fila attenti. Questa cosa significa che i nostri figli, come i docenti, alla quinta ora non capiscono più niente. La soluzione ipotizzata dall’istituto sarebbe quella di ampliare l’edificio con la nuova ala, ma i tempi sarebbero biblici. Quanti anni passeranno? Il dirigente scolastico ha parlato di un solo anno di sofferenza perché nell’anno scolastico 2020-2021 la scuola elementare “Pablo Neruda” non ospiterà più una materna. Questo vuol dire che avrà delle aule libere, perciò la scuola elementare potrà ospitare gli studenti delle superiori. L’unico problema sarebbe quello di rifare i gabinetti. Ma se una famiglia decide di iscrivere il figlio in un istituto nuovo, con dei laboratori importanti rispetto ad altre scuole, cosa vanno a fare in una elementare? La preside ci ha risposto di non preoccuparci, che un giorno andranno alle elementari e l’altro al Natta. Tutto questo perché il Natta vuole continuare a crescere nei numeri. Ma secondo vari genitori, i problemi di gestione di aule, classi e di spostamenti tra vari istituti porteranno un’abbassamento di livello nella didattica generale“.
Il nuovo dirigente scolastico è arrivato a Rivoli da settembre: “Quando alcuni genitori hanno espresso contrarietà sul nuovo orario, lei ha risposto che il nullaosta per chi vuole andare via dall’istituto è pronto sul tavolo, e che i ragazzi che vorranno cambiare scuola saranno accompagnati in altri istituti. Ci ha fatto molto arrabbiare il fatto che lei fosse a conoscenza di questo problema da mesi, ma che prima di luglio non ha voluto comunicare niente ai genitori. La riunione si è svolta il 4 luglio, di cui in pochi di noi erano a conoscenza”.
Il messaggio che filtra dai genitori è chiaro: “Piuttosto che stravolgere l’orario di scuola, vorremmo non far entrare delle nuove classi prime, se la scuola non può contenerle. Se poi tra 5-6 anni la scuola si sarà ampliata ben venga. Noi non vogliamo che i nostri figli vengano costretti a fare sette ore consecutive di lezione, o dal prossimo anno trasferirli in una scuola elementare. Il clima dentro la scuola è negativo: nonostante siamo in tanti a pensarla allo stesso modo, abbiamo trovato un muro”.
Il diritto allo studio è diventato funzionale al business di accaparrare più studenti possibile. Con buona pace del diritto allo studio e… chi se ne frega dei disagi.