ALL’OSPEDALE DI RIVOLI IL PRIMO INTERVENTO DI CARDIOLOGIA CON TECNICA INNOVATIVA

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dall’ASL TO3

RIVOLI – Il 4 settembre è stata eseguita per la prima volta in Piemonte presso il laboratorio di Emodinamica della Cardiologia un particolare intervento di chiusura del forame ovale in una giovane paziente di 21 anni che è stata dimessa il giorno successivo completamente guarita.

“Il forame ovale pervio del setto interatriale è in pratica un piccolo foro tra l’atrio destro e l’atrio sinistro del cuore; è una condizione clinica molto comune, presente normalmente in 1/4 della popolazione, ma occasionalmente si può associare al passaggio di un coagulo di sangue dal cuore destro al sinistro e causare una embolia cerebrale” sottolinea il Direttore della Cardiologia di Rivoli dott. Ferdinando Varbella “Alcuni anni or sono questa patologia aveva suscitato molto interesse perché ad essere colpito da embolia era stato un famoso calciatore poi sottoposto ad intervento tradizionale“.

Anche in questo caso la giovane paziente ha avuto una diagnosi di ischemia cerebrale (cioè una sofferenza di un’area del cervello dovuta al mancato apporto di sangue) e per questo è stata ricoverata presso il reparto di Neurologia diretto dal Dr. Salvatore Amarù, ove è stata trattata con completo recupero. Qui è stata riscontrata la presenza del forame ovale pervio, responsabile dell’evento.

 

La sera prima del ricovero in Pronto Soccorso la paziente aveva avvertito una sintomatologia caratterizzata da afasia espressiva (cioè difficoltà nell’espressione del linguaggio) e deficit di forza e sensibilità della parte destra del corpo. La diagnosi è stata confermata dalla risonanza magnetica nucleare e dall’ecocardiografia transesofagea.

L’intervento di “riparazione cardiaca” è stato eseguito dal responsabile dell’Emodinamica Dr. Francesco Tomassini, coadiuvato dal Dr. Matteo Montorfano dell’Ospedale San Raffaele di Milano con un dispositivo che non comporta impianto di protesi permanenti a differenza del dispositivo tradizionale che è costituito da due voluminosi dischi di metallo i quali rimangono per sempre dentro il cuore, richiedono trattamento antiaggregante, possono causare aritmie e in rari casi erosione delle strutture adiacenti. La tecnica utilizzata è di tipo microinvasiva e non comporta la presenza permanente di corpi estranei nel cuore.

Salutiamo con soddisfazione questo nuovo successo della nostra Cardiologia anche se ancor più mi piace evidenziarlo quale successo del team ospedaliero” ha dichiarato il Direttore Generale dell’Asl To3 Dr. Flavio Boraso “Grazie infatti alla collaborazione tra le strutture di Cardiologia, Fisiatria, Neurologia, Pronto Soccorso e Radiologia la paziente è stata trattata ottenendo la sua completa guarigione, senza la necessità di ricorrere ad altre strutture sanitarie all’esterno del territorio della A.S.L TO3“.  

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