Riceviamo dal GRUPPO “CENTRODESTRA UNITI PER COLLEGNO“
COLLEGNO – In previsione della Conferenza dei Capigruppo del 22 novembre alle ore 18, il Capogruppo di Centrodestra Uniti per Collegno, Carlo Boetti Villanis. alle 16.48 (posta certificata) ha inviato al “protocollo” del comune una proposta di mozione da mettere all’ordine del giorno per il prossimo consiglio comunale del 29 novembre.
Alle ore 16.52 l’ha inviata anche al presidente del consiglio comunale. “Alle 18.20, in lieve ritardo, ma tranquillo, perchè in altre occasioni erano “passate” all’ordine del giorno mozioni dell’ultimo minuto – dichiara Boetti Villanis – arrivo ai capigruppo e mi dicono che la mozione non sarà discussa nel prossimo consiglio (e nemmeno in quello di metà dicembre perchè è di bilancio e non si può)“.
Motivo formale: alle 16,48 l’ufficio protocollo è chiuso. Contrari a portarla in consiglio il Movimento Cinque Stelle e Lista Civica, solo il capogruppo del Partito Democratico apre uno spiraglio e il Capogruppo Molinari propone: “la mettiamo all’ordine del giorno, ma come quinta e solo per una cortesia a te” riferisce Boetti Villanis. “Se si può metterla come quinta, vuole dire che si può metterla, e quindi la scusa del protocollo non regge – ribatte il Capogruppo di Centrodestra Uniti per Collegno – ma metterla come quinta vuol dire non discuterla per mancanza di tempo, allora tanto vale non inserirla”.
Ma cosa c’era mai di così pericoloso nella mozione da non volerla discutere a nessun costo? “Si chiedeva di organizzare un Presepe – dice Boetti Villanis – coinvolgendo i consiglieri comunali nell’allestimento per non gravare di spese il comune, da realizzare in una sede istituzionale, invitando all’inaugurazione tutta la cittadinanza, le comunità straniere presenti sul territorio comunale..per una maggiore comprensione e conoscenza delle nostre tradizioni e della nostra cultura..anche attraverso questo simbolo di pace e di speranza“. “Dov’è il problema? – si chiede Boetti Villanis, e aggiunge – azzardo una risposta: la loro smania di apertura verso le culture “altre“ li mette in condizione di cancellare la propria, dimenticando che l’integrazione passa necessariamente attraverso il confronto, perché senza confronto c’è solo la supina accettazione della cultura altrui. E da quando, nel 1223, mi pare, San Francesco d’Assisi realizzò il primo Presepe, esso è entrato a far parte delle nostre tradizioni culturali prima ancora che religiose, per cui manco c’è da tirare in ballo la laicità delle istituzioni. La verità è che il vento delle elezioni siciliane li ha messi in crisi e ormai hanno paura della propria ombra; il fatto che a proporre il Presepe sia il capogruppo del centrodestra, li avrebbe messi in condizione di dovermi inseguire sul mio terreno, e discutere e votare contro il Presepe proprio non si sentivano di farlo, sarebbe stato come sparare sulla Croce Rossa e avrebbe fatto perdere voti. Meglio non portare la mozione in Consiglio e fare come gli struzzi. La verità e che Collegno non ha paura del Presepe, anzi, parrocchie, associazioni e privati ne fanno di bellissimi ed invito tutti a vederli; è la maggioranza politica del Partito Democratico e dei loro vassalli civici e pentastellati, che ha una paura becca delle radici profonde del popolo italiano, e si nascondono per non doverlo riconoscere“.