RIVOLI, INTERVISTA AL SINDACO DESSÌ / DAI PROGETTI PER LA CITTÀ ALLE INCHIESTE GIUDIZIARIE: “DOPO DI ME SPAZIO AI GIOVANI, MA NON LASCIO LA POLITICA”

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di STEFANO TONIOLO

RIVOLI – A un anno e mezzo dalle prossime elezioni comunali, abbiamo intervistato il sindaco di Rivoli Franco Dessì, che ha parlato delle idee e dei progetti per la città, tra spese e bilanci, autocritiche e qualche merito.

Come giudica questi anni di mandato amministrativo?

Come tutti i sindaci che hanno iniziato il loro mandato dal 2009 in poi, penso di aver vissuto, dal punto di vista amministrativo, uno dei periodi più difficili. Ci siamo insediati nel 2009 in coincidenza con l’esplosione della crisi economico-finanziaria, che ha colpito il paese. Una città come Rivoli dove c’è una componente manifatturiera e industriale importante l’ha sentita particolarmente. Abbiamo dovuto affrontare problemi di ordine sociale non indifferente, il che ha comportato operazioni sul bilancio di un certo tipo. Ho ereditato un bilancio di circa 45 milioni di euro, che è stato tagliato dal 2010 al 2015 di circa 9 milioni di euro. Significa che abbiamo dovuto lavorare con il 20% in meno delle risorse. Penso che abbiamo lavorato in un momento difficile sia per il contesto economico-finanziario sia per il contesto sociale, che è una conseguenza: la disoccupazione indotta dalla crisi si è portata dietro un disagio sociale non indifferente, a partire dal problema della casa. Abbiamo tenuto bene, anche grazie ad una buona integrazione col consorzio e con il volontariato. Però indubbiamente, abbiamo avuto delle difficoltà. Per i primi tre anni di mandato non tagliavo l’erba, perché, facendo la brutta figura, concentravo tutte le risorse sul sociale. Abbiamo diminuito i costi dappertutto per incrementare le risorse sul sociale. Non è stata una passeggiata.

Quali progetti ci sono per quest’ultimo anno e mezzo di mandato?

Le due cose più difficili aperte sono il bocciodromo, che trasformeremo in un centro natatorio attraverso una procedura d’appalto per cui ci sono privati che propongono di finire la costruzione e di gestire la struttura, e poi c’è il problema di Villa Melano, per cui il Comune ha il 12,5% di quote e, di conseguenza, possiamo decidere poco. I progetti di sistema che abbiamo in testa sono vari. Abbiamo il progetto delle scuole, che è quasi realizzato, nel senso che manca la sistemazione di tre scuole. Abbiamo il progetto di sistema di Piazza Grande, che prevede la pedonalizzazione di tutta la parte bassa della città e per cui abbiamo già un accordo con la facoltà di architettura, che dovrebbe farci lo studio di fattibilità. Il capo di dipartimento ha chiesto 100.000 euro, giustamente, che proporremo in sede di bilancio 2018. I progetti in testa ci sono, ma sarà difficile concretizzarli, perché abbiamo dovuto lavorare molto sull’emergenza di questi anni. Almeno come idea resteranno per chi verrà dopo.

Parlando di Villa Melano invece, cosa si pensa di fare?

Il Comune nell’assetto societario detiene il 12,5% di quote e, di conseguenza, ha scarsa capacità decisionale; è la Regione che ha la maggioranza con il 64% di quote. Per finire il lavoro mancavano dai 13 ai 14 milione di euro e il Comune di Rivoli era impegnato per 1 milione e 900 mila euro, che abbiamo iniziato ad accantonare, credendo nell’opera, per un totale di 600.000 mila euro. Il problema è che la regione non ha messo i soldi. La società è stata messa in liquidazione. In tal senso il presidente della giunta regionale aveva inviato una lettera, in cui si dice che Villa Melano potrebbe diventare sede di un centro di sperimentazione e ricerca dell’arte contemporanea in accordo con il Castello di Rivoli e che la conclusione dell’opera sarebbe stata data come stazione appaltante al circuito delle residenze reali, il quale avrebbe potuto impiegare Villa Melano come foresteria del circuito delle residenze reali. Questa è una lettera del marzo 2017. Il problema è che siamo un po’ fermi. Ho fatto anche una lettera alla Regione recentemente, ma sono ancora in attesa di risposta. Spero ardentemente che ci sia una soluzione da qui al 2018.

Diventerà realtà la metropolitana fino a Rivoli?

Siamo ormai alla gara per l’affidamento dei lavori, che dovrebbero cominciare a metà 2018 per le prime due fermate, che portano la metropolitana da Fermi a corso Francia e poi sono previste altre due fermate fino a Cascine Vica. Il ministero è stato inflessibile nel voler procedere per lotti funzionali e non strutturali, per cui stanzierà i soldi per le altre due fermate fino a Cascine Vica, quando avanzerà lo stato dei lavori delle prime due fermate. Dal punto di vista procedurale, il progetto però è già stato approvato. 

Le inchieste giudiziarie che hanno coinvolto alcuni esponenti della maggioranza hanno pregiudicato l’attività di governo?

Fin quando uno non è condannato al terzo grado di giudizio, è un cittadino da tutelare. Fatta questa premessa, la responsabilità del consigliere Massaro, come presidente di commissione, non può pregiudicare l’attività di governo. Se ci saranno delle responsabilità, sono da identificarsi nella sfera della sua attività personale. C’è poi il problema dell’assessore Zoavo, che è stata coinvolta, suo malgrado, in assoluta buona fede. La magistratura ha tutto il diritto di indagare. Io dico, conoscendo Franca Zoavo da quarant’anni, che siamo nel campo di un’ipotesi che rispetto, ma nell’assoluta buona fede dell’assessore. Franca Zoavo aveva rassegnato le sue dimissioni, che avevo respinto. Franca è una persona dedita alla politica e all’assessorato. Tre volte mi ha chiesto di uscire, per dire il valore della persona.

Ha qualche autocritica da fare?

Bisogna sempre partire dai vincoli che si hanno. Per quanto riguarda la spesa corrente, non abbiamo fatto cose di cui pentirci, Sul piano economico-finanziario abbiamo fatto abbastanza bene. Con la spesa corrente, grazie al controllo dei numeri, abbiamo mantenuto i servizi. Se c’è un buco nelle nostre pianificazioni nelle opere pubbliche è che non abbiamo lavorato intensamente sulle piste ciclabili.

Al contrario, cos’è stato fatto di positivo?

Una cosa su cui dico che siamo stati bravi è il sociale, perché siamo il terzo comune della Regione per il trasferimento di risorse al consorzio socio-assistenziale. Siamo un Comune ai primissimi livelli per la spesa sulle politiche del lavoro; mettiamo l’1% del nostro budget sulle politiche del lavoro per circa 450.000 euro. Sulla casa, nonostante le difficoltà, non abbiamo mai avuto gente sulla strada e, adesso, con il progetto Casa Capello spendiamo addirittura meno.

Come giudica il rapporto avuto con l’opposizione in questi anni?

Nella nostra opposizione c’è di tutto. C’è chi è molto attento, chi fa un’opposizione concreta sulle cose, c’è chi fa opposizione in buona fede e chi fa opposizione in modo demagogico. È un mix che si trova dall’assemblea di condominio fino al Parlamento. C’è chi fa opposizione nel merito e chi la fa con parole d’ordine che si ripetono anno per anno. Come all’interno della nostra maggioranza, c’è la varia umanità.

Visto che è al suo secondo mandato e non potrà ricandidarsi, lascerà la politica?

No, non lascio la politica. Continuerò a fare il militante del mio partito. Finirò il mio mandato con le cose che devo fare, mi riposerò e continuerò a fare il militante del mio partito. Se intendeva cariche istituzionali, penso proprio che mi fermerò. È il momento di lasciare spazio a persone più giovani.

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1 COMMENTO

  1. Credo che persone come il nostro sindaco franco dessì,in politica anche se locale,persona integerrima e cordiale ,c”è ne fossero !!!! sicuramente i cittadini avrebbero più fiducia e rispetto nella politica e nelle istituzioni. Comunque ringrazio il nostro sindaco sapendo delle difficoltà che ha dovuto affrontare, visto la crisi economica che dura da anni ,grazie di cuore. cordiali saluti G.Campisi

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