RICEVIAMO DALL’ ASL TO3
COLLEGNO – Dapprima i lavori di restauro dell’antica “Galleria dell’Annunziata” ovvero quel lungo grande corridoio della direzione generale alla Certosa di Collegno, 66 metri di lunghezza, rimasta senza manutenzioni da decenni ed ora rimessa a nuovo da parte della squadra di manutenzione interna all’ASL. Poi il direttore Flavio Boraso ha voluto andare oltre, trasformando la citata Galleria in una vera e propria Galleria d’arte, ovvero recuperando i primi 20 dipinti frutto del lavoro svolto nell’atelier di pittura del centro sociale Basaglia, negli ultimi anni di apertura dell’ex manicomio.
Una galleria d’arte speciale che valorizza e tiene viva la storia di questo grande immobile che la direzione dell’Asl ha deciso di non lasciare nel chiuso di un archivio. Ieri è stata presentata da Boraso l’esposizione di opere intitolate “L’Arte è uno spiraglio” (ricordata anche con una targa commemorativa che è stata scoperta) alla presenza del consigliere regionale ed ex sindaco di Collegno Silvana Accossato, del sindaco Casciano e di tutti coloro che a vario titolo hanno collaborato alla rinascita di quest’area della storica Certosa.
E dopo i primi dipinti ne arriveranno altri perché la quantità di opere degli ex pazienti è notevole, opere finora conservate nel centro di documentazione sulla Psichiatria.
È così che una parte importante del patrimonio della Certosa, quella nella quale attualmente è collocata la direzione dell’Asl e numerosi servizi amministrativi non solo è stata recuperata grazie all’impegno dei servizi interni ma diviene pure un luogo da visitare salvaguardando, grazie ai dipinti degli ex pazienti, la memoria storica ed un fascino del tutto speciale. Un ricordo permanente delle sofferenze dei ricoverati e degli operatori dell’allora manicomio.
Gli effetti di gravi malattie mentali, spesso alterano le capacità percettive ed emotive di un’artista, influiscono sulla sua espressione, in questo caso pittorica, e testimoniano come la storia di vita dell’artista entri a far parte integrante della sua opera. Tutto ciò affiora nei dipinti di alcuni dei ricoverati nell’ex Manicomio di Collegno, oggi sede direttiva dell’ASL To3. In momenti della loro vita queste persone si sono trovati affette da depressione, manie, alcolismo, in preda a tendenze autodistruttive, similmente come lo sono stati pittori come Bosch, Monet, De Chirico, Modigliani, Ligabue, Munch, lo stesso Van Gogh morto suicida; nelle loro opere hanno voluto rappresentare l’angoscia universale, agonie solitarie, il dolore che rimane, il più delle volte, indifferente al resto dell’umanità. Non sappiamo se gli autori dei dipinti, che sono esposti nel corridoio dove si trovano gli uffici della Direzione, diventeranno famosi come i sopraccitati, una cosa è però certa: l’opera d’arte dell’artista, affetto da disturbi mentali, riesce, in un modo o nell’altro, a suscitare, nel cervello dell’osservatore, sensazioni e emozioni che sono state presenti nel cervello dell’artista la cui elaborazione interiore è alterata da cause patologiche. Questi artisti, per reagire alle proprie ossessioni, fuggono dalla realtà e si rifugiano in un mondo, simbolico e visionario, raffigurato con immagini fantasiose. Sono creatori di forme e colori, hanno dato vita a nuove corrente artistiche riducibili alle sigle Art Brut, outsider art o arte irregolare, creatori autodidatti che producono per dettato interiore.