RIVOLI – La Corte dei Conti ha chiesto all’ex presidente Roberto Cota e alla vecchia giunta della Regione Piemonte di restituire 1,5 milioni di euro per gli sprechi di Villa Melano. Si tratta della residenza di proprietà comunale che sarebbe dovuta diventare un hotel a cinque stelle, il cui cantiere in realtà è rimasto incompleto. I lavori sono fermi dal 2011: la struttura è in uno stato di totale abbandono. Il cantiere è fermo al 45% dei lavori e con l’80% delle opere strutturali concluse. Il Comune ha impegnato risorse per 1 milione 200 mila euro circa, delle quali ha già versato 700 mila euro circa e impegnato 560 mila euro. Ad oggi, complessivamente, sono già stati spesi 7 milioni di euro. Ma secondo l’ultima perizia del 2015 per concludere l’opera serviranno altri 17 milioni di euro, facendo salire il costo dell’operazione a 24 milioni (all’inizio ne erano preventivato 13).
Proprio alcuni giorni fa la Città di Rivoli ha approvato in consiglio comunale la liquidazione della società Villa Melano spa, che da tempo versava in deficit: il progetto di rinascita della villa risale al 2004 ed era stato fortemente voluto dall’ex sindaco Nino Boeti, insieme all’allora presidente della Regione Enzo Ghigo.
Sono passati 12 anni. E la procura della Corte dei Conti ha chiesto a Cota di restituire i soldi, attraverso la procedura della “messa in mora”. La stessa richiesta è stata avanzata al consiglio di amministrazione di Scr, la società di committenza regionale che si occupa degli appalti piemontesi (allora presieduta da Mimmo Arcidiacono) e al collegio sindacale che approvò questa operazione. La Corte dei Conti contesta all’ex presidente leghista a ai suoi assessori la scelta di aver fatto entrare la Regione Piemonte nella società Villa Melano spa, che aveva il compito di far rinascere l’edificio. Nel dicembre 2011 la giunta Cota aveva deciso, tramite un’apposita delibera, di partecipare all’operazione immobiliare con l’obiettivo di far diventare l’ex convento – di proprietà del Comune di Rivoli – un albergo di charme. E lo fece incaricando dell’operazione Scr, attraverso un investimento di 1,5 milioni di euro, la cui somma venne versata interamente a favore della società immobiliare il 21 dicembre 2011. Una scelta politica e finanziaria in contrasto alle normative in vigore, che da tempo obbligano le regioni ad evitare le partecipazioni usando soldi pubblici. Senza dimenticare il fatto che l’operazione immobiliare non sarebbe in linea con quanto prevede lo statuto di Scr.
Per quanto riguarda la società Villa Melano Spa, in origine il Comune di Rivoli deteneva il 16,98 % delle azioni, oggi ne possiede il 12,50 %. Gli altri soci sono la Regione Piemonte con il 64,5% tramite le partecipate Fin Piemonte (35,59) e Scr Piemonte (28,90), il Consorzio Cooperative Costruttori (20,75) e Alpina Italia (2,27). Nel 2012, il Comune aveva fatto un bando per l’accensione di di un mutuo da 3 milioni di euro. Se lo aggiudicò il Monte dei Paschi di Siena, ma di fatto non venne mai attivato perchè il cantiere non è più ripartito.
L’inchiesta della Corte dei Conti è nata grazie alla denuncia presentata dai nuovi vertici di Scr, presieduta da Luciano Ponzetti, che nel giugno 2016 hanno licenziato l’allora direttore amministrativo Leo Massari perchè ritenuto il responsabile dell’operazione. Nello stesso esposto, il nuovo cda della Società di Committenza Regionale ha segnalato un presunto danno erariale da 7 milioni di euro a causa dell’operazione Villa Melano. La partecipazione di Scr nella società rivolese è stata infatti una delle cause del deficit da 3,5 milioni coperto dalla Regione Piemonte.