di PINO SCARFÒ
RIVOLI – Nella seconda commissione consiliare di giovedì scorso è stato espresso parere favorevole sulla delibera di liquidazione della società Villa Melano spa, con l’astensione dell’opposizione pur condividendone gli intenti. La delibera sarà approvata nel consiglio comunale di giovedì 23 febbraio.
La società viene costituita nel 2004 con l’obiettivo di ristrutturare e valorizzare Villa Melano, destinandola a edificio alberghiero ricettivo, conferendo alla società il diritto di superficie per 50 anni. In origine il Comune di Rivoli deteneva il 16,98% delle azioni, oggi ne possiede il 12,50. Gli altri soci sono la Regione Piemonte con il 64,5% tramite le partecipate Fin Piemonte (35,59) e Scr Piemonte (28,90), il Consorzio Cooperative Costruttori (20,75) e Alpina Italia (2,27). Nel 2012, il Comune mette a bando l’accensione di un muto per 3 milioni di euro. Se lo aggiudica il Monte Paschi di Siena ma di fatto non viene attivato, non essendosi verificato l’inizio dei lavori.
Attualmente, il cantiere è fermo al 45% dei lavori con l’80% delle opere strutturali concluse. Il Comune ha impegnato risorse per 1 milione 200 mila euro circa, delle quali ha già versato 700 mila euro circa e impegnato 560 mila euro.
“L’amministrazione ha sempre creduto nell’opera ed è sempre stata intenzionata a chiudere il progetto. E considerando che la Regione intende mettere in liquidazione la società, come ribadito nella lettera del presidente della Regione, Sergio Chiamparino, che abbiamo girato a tutti i capigruppo, l’amministrazione comunale è favorevole per consentire il recupero di Villa Melano”, afferma il sindaco Franco Dessì, ricordando che il cantiere è fermo dal 2011 e finora ci sono state soltanto spese. Inoltre, precisa che il presidente della Regione conferma la sua disponibilità a non lasciare solo il Comune di Rivoli nella conclusione dei lavori di Villa Melano e soprattutto nella sua valorizzazione, “all’interno della quale è previsto un centro di documentazione di arte contemporanea di livello internazionale”.
La Villa, come è già stato espresso in altre commissioni, entrerà a far parte del consorzio delle regge sabaude, “pur conservando la sua connotazione di struttura alberghiera ricettiva. Per favorire questo passaggio, la società dovrà essere sciolta per permettere alla Regione di prevedere in un prossimo bilancio gli investimenti necessari per iniziare i lavori”.
Rispondendo alle domande dei consiglieri dell’opposizione, Dessì condivide con Stefano Torrese, del Movimento 5 Stelle, che la lettera di Chiamparino non è un atto amministrativo: “Ci vorrebbe un impegno dell’assessore regionale al bilancio per evitare che il prossimo presidente regionale possa cambiare opinione”, afferma Torrese. Dessì chiarisce che non possono esserci atti pubblici regionali se prima non avviene la liquidazione della società e l’accettazione da parte del Comune della proposta espressa nella lettera di Chiamparino.
Accennando alla legge Madia sulle partecipate, spiega che entro il 23 marzo l’amministrazione dovrà decidere che cosa farne “e poi abbiamo un anno di tempo per lo scioglimento oppure per il rilancio. Siccome è impensabile che per la società Villa Melano avvenga un rilancio, tanto vale dare subito corso alla liquidazione per risparmiare tempo”. Dopo lo scioglimento della società cadrà il diritto di superficie e il Comune entrerà in possesso dell’immobile: “La società ci restituisce Villa Melano senza chiedere nulla?”, domanda Torrese. Dessì assicura di aver chiesto a Chiamparino precisazioni in merito. “Vogliamo certezze sul futuro”, aggiunge Francesco Senatore di Forza Italia. L’amministrazione ha messo 75 mila euro in bilancio per liquidare sia la società Villa Melano spa, sia la società Millerivoli srl.