RICEVIAMO DAL PORTAVOCE DI FORZA ITALIA RIVOLI
RIVOLI – Lunedì 14 novembre 2016 si è svolto nella Sala Consiliare del Comune di Rivoli in via Capra 27, il dibattito su “LE RAGIONI DEL NO” alla Riforma Costituzionale del governo Renzi, organizzato dalle sezioni di Rivoli di Forza Italia, Fratelli d’Italia-AN, Lega Nord e dal Comitato per il No alla Riforma Costituzionale a cui hanno partecipato ben 100 cittadini.
Nei loro interventi i vari oratori hanno sottolineato le ragioni che sono alla base del NO ad una riforma che stravolge la Costituzione, che non è stata condivisa con le varie forze politiche ed i cittadini ma è solo espressione del governo Renzi.
In particolare Maurizio Maffei, Responsabile provinciale della Lega Nord nel Comitato per il NO ha sottolineato i tanti aspetti negativi della riforma a partire dai conflitti di competenza tra stato e regioni.
L’On. Osvaldo Napoli, Capogruppo di Forza Italia al Comune di Torino, ha evidenziato come il voto del prossimo 4 dicembre sia non soltanto una scelta sulla riforma ma anche un giudizio sul governo Renzi. Infatti gli Italiani hanno la possibilità con il NO di bocciare una riforma sbagliata e di mandare a casa un governo ed un Premier che stanno mettendo in ginocchio l’Italia. Infatti l’economia ristagna, le manovre annunciate non sono sufficienti, troppe famiglie sono in difficoltà, l’occupazione rallenta, le imprese non riescono a risollevarsi.
Anche Daniela Ruffino, Vice Presidente del Consiglio Regionale del Piemonte, ha messo in evidenza la gravità della situazione politica nazionale, le difficoltà degli imprenditori e delle famiglie e si è soffermata sugli aspetti negativi della riforma ed in particolare sul minor potere dei cittadini che non possono più votare per il Senato e che vedono praticamente bloccata la possibilità di presentare le leggi di iniziativa popolare, visto che è previsto il triplo delle firme rispetto ad oggi. Ha inoltre evidenziato la situazione della sanità che verrebbe accentrata a Roma abbassando così il livello della sanità piemontese.
Nel merito della riforma e sui suoi aspetti si sono soffermati l’avv. Luigi Sodano, Presidente provinciale di Fratelli d’Italia – AN e Gian Luca Vignale, Consigliere regionale del Piemonte per Forza Italia.
In particolare hanno fatto emergere tutte le criticità del nuovo Senato, che resta nella sua struttura attuale e nei suoi costi per i quali è prevista solo una lieve riduzione per effetto del minor numero di componenti. Nuovo Senato che interverrà su diverse leggi della Camera e quindi il bicameralismo non viene superato ed anzi aumenteranno i provvedimenti per fare le leggi (altro che semplificazione). Nuovo Senato composto da consiglieri regionali e sindaci (a cui andranno immunità e rimborsi vari) che dovrebbero svolgere entrambi gli incarichi, con ovvia impossibilità di esercitare bene e correttamente il loro mandato.
Ed infine questa riforma – hanno dichiarato – abbinata all’Italicum permette ad un partito del 25% ed al suo leader di prendere tutti i poteri senza pesi e contrappesi.
Una riforma elettorale che, partendo dal controllo del Senato attraverso i consiglieri regionali in gran parte targati PD, per arrivare all’Italicum, è fatta apposta per il Partito Democratico e per il suo leader e quindi riduce gli spazi di democrazia. Quindi non può essere accettata dagli Italiani. Pertanto il 4 dicembre occorre votare NO per poi realizzare successivamente una vera Riforma Costituzionale, condivisa con i cittadini e con le varie forze politiche.
Gli organizzatori invitano i cittadini a partecipare per conoscere le motivazioni che sono alla base di un NO convinto e responsabile ad una Riforma, non condivisa tra le varie forze politiche ma solo fortemente voluta dal governo Renzi. Riforma che in realtà non supera il Bicameralismo, non riduce in modo efficace i Parlamentari, non contiene i costi di funzionamento delle istituzioni in modo significativo, riduce l’autonomia delle regioni e crea conflitti di competenza tra stato e regioni. Inoltre con il combinato con la legge elettorale Italicum dà troppi poteri al Premier ed al suo partito senza pesi e contrappesi riducendo anche la democrazia perché i cittadini non possono più votare per il Senato e le Province, ed inoltre non possono scegliere i due terzi dei deputati con il voto di preferenza.