RIVOLI, LA NERUDA DIVENTA UNA SCUOLA SERALE PER STRANIERI / IL QUARTIERE PROTESTA CONTRO IL SINDACO: “ERA PER I BAMBINI”

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di DIANA TASSONE
RIVOLI – Incontro infuocato al Maiasco per la presentazione del CPIA: “Ci state togliendo la scuola dalle mani”.

Una riunione dai toni accesi quella che si è tenuta ieri sera al quartiere Maiasco. Il tema principale della serata era la presentazione del CPIA da parte della professoressa Esposito. L’idea di installare il centro provinciale istruzione per adulti alla Neruda è, al momento, solo una proposta, alcuna decisone è stata presa. “L’obiettivo di questa sera è guardare avanti. Guardare un utilizzo della scuola diverso rispetto a quello che c’è stato finora”, sostiene il sindaco Dessì. “La proposta che faremo è la conferma che l’utilizzo pubblico di questo edificio ha un grande valore per il quartiere e per la città”.


Il CPIA, come afferma la professoressa Esposito che si è apprestata a presentare il progetto, ha due obiettivi: scolarizzare le fasce di età adulte e recuperare la disgregazione scolastica. Il centro più vicino è a 1 km di distanza, ma nella cintura ovest ci sono diverse sedi a Collegno, Avigliana, Orbassano e Grugliasco, sempre all’interno di istituti comprensivi. Gli iscritti a Cascine Vica sono 257 cittadini rivolesi, tra cui stranieri, badanti e migranti, a cui verranno insegnate materie come informatica, ginnastica, canto, storia, storia dell’arte e lingue straniere come inglese, francese, spagnolo, russo e arabo, rilasciando in seguito delle certificazioni riconosciute in ambito europeo.


È nel momento in cui viene illustrato il progetto che l’ambiente inizia a scaldarsi e i cittadini del Maiasco fanno sentire la propria voce. “La ferita della chiusura della Neruda è ancora aperta”, spiega il presidente del quartiere quando un coro di voci si alza dal pubblico. Il dissenso dei cittadini non nasce, di fatto, dall’idea del CPIA, che reputano sia un buon progetto, bensì dall’incapacità di accettare che la scuola: “Ci stia venendo tolta dalle mani”, come afferma uno dei cittadini presenti.

“Quando la rabbia sale finisce che ci fanno passare da razzisti. Ciò che è stato proposto è una cosa bellissima, ma questa è una scuola per bambini”, afferma la ex consigliera Luisa Catanuto, sotto gli applausi dei cittadini. “Questo non è il contesto giusto per il CPIA”.

L’edificio della Neruda, di fatto, è strutturato in tre piani, per un totale di 1700 mq. Nell’eventualità in cui si aprisse il CPIA, al piano terra verrebbe situati gli uffici amministrativi, al primo piano le aule tematiche, come una biblioteca o un laboratorio di scienze, per poi estendere l’attività anche all’esterno. Il secondo piano rimarrebbe inutilizzato, un fatto che i genitori e i cittadini presenti non hanno potuto fare a meno di notare. Viene, dunque, avanzata la proposta di far coesistere l’attività scolastica con il CPIA, permettendo ai bambini di occupare l’inutilizzato secondo piano, dividendosi dunque la scuola.

Una proposta spalleggiata anche dal consigliere Lettieri: “Gli adulti del CPIA possono benissimo convivere insieme ai bambini e dividersi le fasce orarie. Questa scuola rappresenta un’esigenza importante per il quartiere”.

“Per risparmiare un fiammifero si sta bruciando una scatola. La scuola Neruda è stata costruita per ospitare bambini e deve continuare a rimanere aperta per loro”, continua uno dei cittadini.

La risposta del sindaco è, però, perentoria: “La chiusura della Neruda è irreversibile”.

Di fatto, tutti gli spostamenti necessari sono già stati fatti e il personale scolastico già trasferito.

E se il presidente del consiglio comunale Tilelli invita i cittadini ad avanzare proposte utili al quartiere, mamma Luisa afferma: “La mia proposta è di cercare insieme un piano alternativo, voi con capacità e conoscenza e noi con passione, cercando qualcosa che ci dia modo di rinascere. Altrimenti si crea una barriera tra noi e voi. Sarebbe utile fare un confronto costruttivo e studiare le proposte che vanno bene per il quartiere”.

Il presidente del quartiere prende parola e avanza la sua richiesta a nome del Maiasco: “Chiediamo all’amministrazione di fare un’ampia riflessione, di non avere fretta e di condividere la decisione con gli abitanti del quartiere ascoltando e decidendo poi insieme”.

“La Neruda non è morta, ha una finalità pubblica ancora da definire”, specifica il sindaco Dessì. “Ne discuteremo ancora Ci sono altre decisioni da prendere sull’edificio. Propongo di riconvocarci a settembre”.

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1 COMMENTO

  1. Gentile signora Tassoni, noto diverse imprecisioni nella sua presentazione delle attività del CPIA, che non sono, come sembrerebbe intuirsi dalle sue parole, rivolte agli stranieri ” a cui verranno insegnate materie come informatica, ginnastica, canto, storia, storia dell’arte e lingue straniere come inglese, francese, spagnolo, russo e arabo”, ma ai cittadini rivolesi. La invito a farci visita presso la nostra sede centrale e a voler verificare in maniera adeguata le informazioni in questione, così da poter fare onore al suo dovere documentale.
    Attendo con piacere una sua visita.
    Il dirigente del Cpia 5 Torino – Rita Esposito

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