RIVOLI, MANCANO I FONDI ANTI VIOLENZA: I 5 STELLE SI MOBILITANO

Condividi

  
di DIANA TASSONE

RIVOLI – Mancano i fondi antiviolenza: il movimento 5 stelle di Rivoli si mobilita.

La violenza contro le donne è un tema delicato e di estrema importanza, soprattutto nella realtà attuale. Lo stato e le regioni aiutano e sostengono le vittime attraverso centri antiviolenza e associazioni del terzo settore, sostenuti da fondi pubblici.

La problematica, però, che ci si trova ad affrontare è la disomogeneità nella presenza di questi centri sul territorio nazionale, così come fanno notare dal movimento 5 stelle di Rivoli.

Ciò che ha spinto i consiglieri rivolesi a mobilitarsi è il fatto che, solo nell’ultimo anno, diversi centri antiviolenza sono stati chiusi, un esempio è Sos Donna di Roma.

“Grazie ad ActionAid e alla campagna Donne che contano si è voluto cercare e analizzare informazioni sui fondi della L. 119/2013 per il biennio 2013-2014 che le regioni hanno erogato a favore di centri antiviolenza e case rifugio. Ne risulta un quadro parziale e disomogeneo, da cui trarre lezioni per i futuri stanziamenti”, scrive la consigliera Trevisan.

Rivoli perciò cercherà di fare la sua parte. L’ordine del giorno, che verrà discusso poi durante la seduta del consiglio comunale, ha dunque lo scopo di impegnare il sindaco Dessì e la giunta -che finora hanno mostrato empatia nei confronti del tema della violenza, inaugurando, lo scorso mese, delle panchine rosse nei parchi di Rivoli- a sollecitare il governo nel finanziare i centri antiviolenza (finora sono stati stanziati 26 milioni e mezzo di euro), evitandone la chiusura e, al contempo, denunciare tali chiusure per offrire il soccorso e l’aiuto di cui queste donne hanno bisogno, poiché, in caso contrario, equivarrebbe ad omissione di soccorso.

Dai dati raccolti, inoltre, si è potuto notare che i finanziamenti per i centri antiviolenza variano a seconda delle regioni (il Piemonte ha stanziato circa 60 mila euro).

“È necessario prevedere una mappatura accurata dei centri antiviolenza e dei fondi adeguati per il loro funzionamento”, continua la consigliera, “alla luce dei dati contradditori rispetto alle strutture presenti nelle varie regioni e della disomogeneità delle risorse assegnate nei vari territori”.

Dati, perciò, di cui il governo dovrebbe tenere conto.

La speranza della consigliera Trevisan è: “Che le chiusure dei centri antiviolenza cessino e si riescano ad avere mappature aggiornate e finanziamenti pari in tutto il territorio”.

Condividi
© Riproduzione riservata

Che cosa ne pensi? Scrivici la tua opinione

Please enter your comment!
Please enter your name here