di DIANA TASSONE
RIVOLI- L’appello del Quartiere Maiasco. “Mi presento: sono il Quartiere Maiasco, il più “giovane” dei quartieri di Rivoli”, così esordisce la lettera scritta successivamente alla chiusura della scuola Neruda. Un appello sentito, che invita a non abbandonare la zona. “Mi rivolgo a tutti i cittadini rivolesi per chiedere il loro aiuto, per poter continuare la mia vita in un momento di nuovo così difficile per i miei abitanti!”.
Sopra ogni cosa, però, questa lettera, mostra il disappunto per la perdita della scuola elementare Neruda, l’anima del quartiere, e la nostalgia per una zona sicura: “Circondata da verde e da un’area pedonale che permette ai bimbi di andare a scuola a piedi, i più grandicelli addirittura da soli, perché non ci sono problemi di traffico, né di delinquenza, data la particolarità dell’ubicazione della scuola, che permette un’ottima attenzione dei genitori, dei nonni e di tutto il quartiere, senza la necessità di alcun altro controllo…infatti, quando i bimbi escono dalla scuola elementare Neruda, si trovano subito inseriti nei loro “giardinetti” con spazi e giochi da loro stessi progettati, senza pericoli, senza auto, con i genitori e nonni che si possono parlare tranquillamente, rendendo il Quartiere vivo e sicuro!”.
La lettera risolleva, inoltre, una delle questioni già presentate durante il decorso della vicenda della scuola Neruda, ovvero il dirottamento delle iscrizioni. “Da oltre due anni i genitori sono stati “invitati” a iscrivere i loro figli in altre scuole, al di là della tangenziale e del corso Francia, così da poter fare in modo di “confondere” i dati e poter “svuotare” la scuola Neruda!…Perché questo trattamento solo a “lei”?!”.
La missiva si conclude dunque con un ultimo appello agli altri quartieri: “Aiutami a risolvere questa ingiustizia che mi è stata fatta, anche perché, non essendoci valida motivazione, tutto questo potrebbe capitare anche a voi !!! Firmato: “Quartiere Maiasco”.
