GIOVANE ARCHITETTO DI RIVOLI LASCIA IL LAVORO PER COSTRUIRE UN OSPEDALE IN AFRICA: LA STORIA DI MARCO BIONDI

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di FABIO TANZILLI

RIVOLI – E’ una bella storia, densa di passione e coraggio, quella del rivolese Marco Biondi. Un giovane architetto di 34 anni, che vive a Rivoli da sempre, oltre ad essere molto conosciuto in alta Val Susa, a Oulx, dove la famiglia ha la casa da anni.

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Da circa un mese, Marco è in Africa. Più precisamente nella Repubblica del Congo, a 200 km sotto l’Equatore, a Brazzaville in località Mayanga. Ha lasciato il lavoro “comodo” (collaborava per uno studio d’architettura torinese già da un paio d’anni), per andare a costruire un ospedale materno-infantile, seguendo il progetto dell’associazione “Missioni Faà di Bruno” onlus.

“Qui è altissima la mortalità infantile, così come è altissima la percentuale di donne che muoiono durante e dopo il parto – spiega Marco Biondi – l’obiettivo fondamentale era quello di progettare e costruire un ospedale materno-infantile, che sarà anche ambulatorio per le vaccinazioni, ecc.”.

Il progetto è stato curato proprio da Marco, insieme ad una collega torinese, che per ragioni famigliari è rimasta in Italia. E dopo averlo messo sulla carta, ora è partito per accompagnarne la realizzazione, seguendo l’avvio dei lavori. E’ andato in Africa da solo, e lo fa da volontario. Non percepisce infatti alcun stipendio per questo incarico, se non un rimborso spese. Starà in Congo inizialmente fino a maggio, per seguire l’andamento del cantiere, per poi ritornare nuovamente in Africa da settembre.

“Da due anni lavoravo per uno studio di architettura in Italia – spiega Marco Biondi – mi trovavo anche bene, ma avevo bisogno di cambiare, di stimoli nuovi e di vivere un’esperienza che mi potrà arricchire tanto, non solo dal punto di vista professionale, ma anche dal punto di vista umano, facendo del bene”.

E così da fine febbraio è partito per il Congo, dove ovviamente le cose non sono facili, a partire dalla quotidianità e dal clima, visto che fa caldissimo: “La massima arriva a 38 gradi, la minima a 30” spiega Marco “e l’ambientamento non è stato facile, nè immediato”. Anche dal punto di vista sociale, operare in questi territori è tutt’altro che semplice. La Repubblica del Congo nel 1993, 1996 e 1999 è stata teatro di tre guerre civili dovute soprattutto alla lotta politica per la contesa del potere. Le conseguenze di queste guerre sono state devastanti per la popolazione. Ancora oggi sono numerosi i problemi socio-sanitari.”Ci sono state appena le elezioni, vinte sempre dallo stesso presidente da 20 anni – dice con una battuta il giovane architetto di Rivoli – c’è molta povertà, e poca sicurezza. In questi mesi vivo dalle suore, in un convento. Certamente stare qui, è molto diverso che vivere a Rivoli: mi manca un po’, ad esempio, la libertà di uscire anche la sera…qui dopo una certa ora è davvero pericoloso”.

Marco ha fatto questa scelta, proprio per la voglia di cambiare vita e aiutare il prossimo, oltre che per crescere professionalmente, con una sfida ambiziosa: costruire un ospedale dove più c’è bisogno.

IL PROGETTO DELL’OSPEDALE

L’associazione “Missioni Faà di Bruno”, per la quale opera Marco Biondi, ha sede a Torino in via San Donato, e sta raccogliendo le offerte per costruire questa importante struttura sanitaria. Importante perchè andrà ad aiutare proprio le donne e i bambini. Brazzaville è uno dei“paesi rossi” per numero di decessi di donne legati a gravidanza e parto. Qui si rileva il tasso di mortalità materna più alto dell’Africa Sub-Sahariana. Circa l’80% dei decessi di donne incinte sono causati da emorragie, infezioni, deinfibulazioni, travaglio complicato, interruzioni di gravidanza praticate con metodi non sicuri, pre-eclampsia ed eclampsia. Le donne congolesi troveranno in questo Ospedale assistenza durante la gravidanza, il travaglio e il parto e riceveranno nozioni di base di puericultura.

Per quanto riguarda i bambini, in Congo c’è ancora più emergenza: l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel biennio 2010-2011, l’ha inserito tra i cinque Paesi in cui ogni anno muore più della metà dei neonati: qui il primo giorno di vita è anche l’ultimo per un neonato su due. La maggior parte dei decessi neonatali è legata a tre cause principali: infezioni, asfissia e parto pretermine. Infezioni ed asfissia neonatale possono essere prevenute e trattate grazie a strutture sanitarie che garantiscano condizioni igieniche adeguate ed operatori sanitari qualificati.

Si può aiutare questa opera missionaria anche facendo un’offerta: ecco le coordinate

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1 COMMENTO

  1. Ciao mi chiamo DonatellaDominici e sono la moglie di cavinatorossano di rivoli torino sono entusiasta per la tua grande forza dj volontà a intraprendere un grande progetto come quello che stai facendo … vorrei dirti che io sarei felice se solo se avessi le possibilità di venire a trovarti e darti il mio appoggio sia morale che lavorativo anche se quello di mio marito di mio marito sarebbe il fiore all’ occhiello dato che e proprietario di una ditta di impianti elrttrici di ogni genere ..che ne pensi hai già una ditta per i impianti elettrici…? comunque in occasione ti auguro Buona Pasquetta…DonatellaDominici

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