LA PICCOLA REBECCA TORNA A CASA DOPO LE CURE / LA FESTA A RIVOLI

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di CORINNE NOCERA

RIVOLI – Una festa in grande per celebrare il ritorno a casa dalle prime cure di Rebecca, una bambina di quasi tre anni affetta da un raro tumore cerebrale.

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Domenica 17 aprile alle 15, presso la parrocchia Santa Maria della Stella a Rivoli, in via Fratelli Piol 44, la compagnia teatrale Le Venerdì insieme a Scintilla animeranno il pomeriggio e faranno divertire tutti i piccoli ospiti con merenda, trucca bimbi e palloncini. Chiunque potrà contribuire con un’offerta libera per aiutare a curare la piccola: Rebecca, infatti, necessita di essere sottoposta a protonterapia, una forma particolare di radioterapia che viene erogata in soli 40 Centri terapeuti in tutto il mondo, uno dei quali si trova a Trento. “Al momento la protonterapia non è prestazione indicata tra i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e non viene erogata in nessuna struttura della Regione Piemonte, che, essendo sottoposta a piano di rientro dal debito sanitario, non può rimborsare la spesa ai pazienti che si sottopongono a tale terapia in strutture di altre Regioni. Tuttavia, in attesa dell’approvazione dei nuovi LEA, l’assessorato alla Sanità ha assunto la decisione di anticipare i fondi necessari per garantire a Rebecca la cura di cui ha necessità”, lo ha affermato l’assessore alla Sanità Antonio Saitta.

Avevamo già parlato di Rebecca lo scorso mese: “l’attenzione ai percorsi assistenziali per chi è colpito da tumore è prioritaria e sempre tenuta in conto dalla nostra amministrazione – aveva spiegato Saitta – già da qualche giorno eravamo stati sollecitati, anche attraverso i social network, a prestare aiuto alla famiglia di Rebecca supportando il pagamento della protonterapia nella struttura privata di Trento. Mi spiace di aver letto che il Piemonte, a differenza della maggior parte delle Regioni italiane, non rimborserebbe la protonterapia per carenza di risorse. Non essendo la protonterapia una prestazione ricompressa tra i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), è una sentenza della Corte Costituzionale, la 104/2013, a stabilire che le Regioni sottoposte ai Piani di Rientro non possono erogare prestazioni aggiuntive rispetto ai LEA perché questo violerebbe il principio del contenimento della spesa pubblica. Quindi la Regione Piemonte non può autorizzare i pazienti residenti nel proprio territorio ad effettuare la protonterapia o altre terapie extra LEA presso strutture di altre Regioni, ai fini del rimborso della spesa sostenuta dai pazienti stessi. Comprendo perfettamente come questo possa sembrare un ragionamento da ragionieri insensibili di fronte al dolore dei pazienti, ma quando insisto sull’importanza di uscire quanto prima dal piano di rientro è proprio per riacquistare quella libertà d’azione che ad ora ci è negata”.

“Ciò detto – conclude Antonio SAITTA – i tecnici dell’assessorato, a fronte dell’eccezionalità del caso di Rebecca, stanno lavorando per trovare soluzioni alternative che, nel rispetto del dettato della Corte Costituzionale e in attesa dell’approvazione dei nuovi LEA, possano consentire alla Regione Piemonte di anticipare le risorse necessarie per sottoporre Rebecca alla protonterapia a Trento. Mi sento quindi di poter confermare che nell’arco di pochi giorni individueremo la soluzione per venire incontro alla necessità della famiglia della piccola paziente”.

A sollevare il caso era stata la pediatra di Alpignano, Roberta Bretto, il cui messaggio di raccolta fondi per aiutare i genitori di Rebecca era stato appeso in una scuola, e poi condiviso da migliaia di persone su Facebook. “Vi scrivo per parlarvi di una mia piccola dolcissima paziente, Rebecca, di poco meno di tre anni, alla quale ad agosto dello scorso anno è stato diagnosticato un tumore celebrare un fossa cranica posteriore. A causa dell’estensione, della profondità e della localizzazione, vicino a centri di regolazione di importanti funzioni vitali, qualsiasi intervento atto ad eradicarlo è stato gravato e limitato da pericolo di vita e di complicanze importanti, anche permanenti. Ad oggi i due interventi chirurgici e i diversi cicli di chemioterapia non sono stati risolutivi. Dopo tante ricerche i genitori della piccola hanno deciso di sottoporla a fine febbraio alla protonterapia, una radioterapia particolare, più selettiva e localizzata rispetto a quella tradizionale, che per le caratteristiche del tumore di Rebecca sembra più indicata. Tuttavia, l’unico centro pediatrico di protonterapia è a Trento e la terapia è molto costosa e non rimborsata dalla Regione Piemonte, a causa di carenza di risorse, nonostante la maggior parte delle altre regioni se ne facciano carico”.

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