di REBECCA DE BORTOLI
COLLEGNO – Per 78 euro “guadagnati” facendo la comparsa, un pensionato di Collegno ha iniziato a pagare all’Inps 18mila euro, infatti ogni mese gli vengono trattenuti 344 euro dalla pensione. Una vicenda vergognosa. La vicenda risale al 2021: L’ex postino Luigi Vettore (nome di fantasia), pensionato che vive a Collegno, decide di provare una nuova esperienza, e partecipare come comparsa alla serie tv “Cuori”, uscita proprio nel 2021. Un’esperienza che si è rivelata molto costosa, perché per quella giornata da comparsa ora l’Inps vuole 18mila euro. Il signor Vettore infatti era andato in pensione grazie a quota 100 nel 2019: secondo questa legge un pensionato non deve avere altri lavori e altre entrate economiche, o comunque non superiori a 5mila euro, guadagnati con prestazioni autonome occasionali. Il problema nasce da un cavillo tecnico: per fare la comparsa, il signor Luigi non ha richiesto un contratto di collaborazione, ma dalla casa cinematografica gli hanno fatto un contratto d’assunzione per 1 giorno. Oltre al danno la beffa: mettendo tutto in regola, anche per un lavoretto fatto non per soldi, ma per divertimento, il pensionato è risultato come dipendente, uscendo dalle regole previste da quota 100. Quel giorno Luigi Vettore ha guadagnato 78,48 euro. E adesso, quello che lo Stato vorrebbe sottrarre, con la sanzione Inps per questa svista, equivale ad un anno di pensione. Al povero pensionato di Collegno saranno così trattenuti oltre 18mila euro, suddivisi in rate mensili, dalla pensione di un ex postino. Il pensionato di Collegno intende fare causa, ma parte scoraggiato: c’è già stata una causa simile in Italia, dove un pensionato ha vinto i primi 2 gradi di giudizio con l’Inps, ma poi in Cassazione ha perso. La paura quindi non è solo perdere i 18mila euro di pensione, ma anche di dover pagare, alla fine di tutto, circa 6mila euro di spese legali in caso di sconfitta in Cassazione. “Nessuno mi sta aiutando, a parte il sindacato – spiega il pensionato – ho chiesto un appuntamento all’Inps di Collegno, che mi ha rimandato agli uffici di Torino, ma poi hanno annullato l’appuntamento, spiegando che ormai era già tutto deciso e non si poteva fare più niente”.