“UN NUOVO INCENERITORE AL GERBIDO? NON È NECESSARIO”

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GRUGLIASCO – Nell’agosto del 2022 Pro Natura Piemonte presentò alcune osservazioni alla proposta di Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani e di Bonifica delle Aree Inquinate (PRUBAI). Fra le molte innovazioni, talune positive, si riscontrava una macro contraddizione: una produzione costante di 2.000.000 t/a di rifiuti da trattare e smaltire con un aumento considerevole della capacità di incenerimento da un lato, e dall’altra l’ottimo obiettivo di una Raccolta Differenziata (RD) all’82% seppur al 2035 per l’ambito regionale. Questo PRUBAI sceglie di considerare costante la produzione di rifiuti nel prossimo decennio quasi ad avvalorare la tesi “tanti rifiuti tanti utili” esternata nei piani industriali delle s.p.a. Multiservizi operanti in Regione, sminuendo i provvedimenti e i risultati ottenibili con le politiche di riduzione della produzione di rifiuto indifferenziato e qualità delle RD previsti nello stesso piano di gestione ed in quello precedente. Per la stesura del Piano Regionale è stato utilizzato uno studio Life Cicle Assessement LCA eseguito a cura di ATO-R nel febbraio 2022. Si sono analizzati diversi scenari di gestione dei rifiuti e degli scarti delle RD. Gli scenari A prevedono il totale incenerimento dei rifiuti residui; per gli scenari B incenerimento in tutte le province tranne Cuneo con produzione di Combustibile Solido Secondario (CSS) e coincenerimento nei cementifici; entrambi questi scenari prevedono o un ampliamento dell’attuale impianto TRM o un secondo impianto di incenerimento nella zona nord o nella zona sud. Lo scenario C, quello a minor impatto ambientale, prevede incenerimento all’impianto TRM senza ampliarlo e nessun altro inceneritore regionale, aumento della produzione di CSS e invio di parte del CSS a cementifici fuori regione. Anche lo scenario D non prevede ulteriori inceneritori, ma bensì impianti di selezione e recupero di materiali nelle varie province escluse Torino e Cuneo. Lo scenario adottato dal PRUBAI è il B3 che prevede una produzione di rifiuti totali al 2035 di 2.000.000 di tonnellate, di cui 1.640.000t/a differenziati con 82% di RD, rimangono quindi 360.000t/a di indifferenziato residuo a cui aggiungere 303.400 t/a (18.5% della RD) che sono gli scarti da RD da valorizzare o in discarica, che porta il fabbisogno totale di trattamento a 663.400 di cui 576.600 t/a ad incenerimento (pag. 438 PRUBAI) ovvero una quantità inferiore a quella trattata con le tre linee attuali dell’inceneritore cogenerativo di Torino che nel 2022 e 2023 ha incenerito rispettivamente 599.945 e 599.501 t/a nonostante lo “Sblocca Italia” di Renzi lo avesse autorizzato sino 526.500 t/a. (DPCM 10-8-2016) confermando quindi l’inutilità di altri inceneritori in Piemonte che già attualmente smaltiscono più di quanto programmato al 2035. L’Autorità Rifiuti Piemonte (AR Piemonte) ha avviato comunque il procedimento ricognitivo riguardante lo scenario B3 che prevede l’ampliamento dell’impianto TRM con una quarta linea da 143.512 t/a richiedendo al Consorzio di Area Vasta Torino (CAV Torino) di esprimersi in merito (Torino Del. Giunta 746 del 03-12-2024). L’investimento stimato sarà di circa 400M€. Un inceneritore pensato oggi, entrerà in funzione, se va bene, oltre il 2030, quando, seguendo le prospettive di questo piano PRUBAI, si dovrebbe realizzare il 75/80% di RD. Ma su questo punto IREN si è già portata avanti in quanto ha previsto la quarta linea di TRM, Waste To Energy WTE a Torino nel Business Plan 2024-2030 (slide 14) presentato il 25 giugno 2024, anticipando persino l’avvio ed il risultato della consultazione sulla localizzazione da parte di AR Piemonte avvenuta poi nel dicembre 2024 (Delib Giunta Torino 746 del 03-12-2024). Incenerire con o senza cogenerazione significa comunque considerare l’atmosfera come una “discarica” gratuita, la preoccupazione va alle scorie pesanti che sono dichiarate “inerti” e quindi “riciclate” come fossero sabbia e ghiaia, mentre si glissa sulle tonnellate di ceneri della linea fumi , rifiuti speciale pericolosi, che vanno in discarica geologica, quindi ci vuole ancora almeno una discarica anche con l’inceneritore, oltre a tonnellate di acqua industriale. La combustione in questi impianti, ogni 1000 kg di rifiuti bruciati emette da 935.4 a 1.040 kg di CO2 a camino, che nel caso di TRM, comporta emettere almeno 561.200 – 624.000 t/a di CO2 in atmosfera per aver bruciato rifiuti anziché selezionarli e recuperare materia, e seppur considerando il 50% di CO2 di origine biogenica, l’aumento di emissioni contrasta con i piani Europei per la massima riduzione possibile dei gas climalteranti e l’obiettivo della Città di Torino sottoscritto con il Climate City Contract per la neutralità climatica anticipata al 2030 anziché al 2050. Importante sottolineare la probabile reazione dei cittadini ad un nuovo inceneritore non necessario: vedrebbero sprecato il loro impegno a ridurre e differenziare profuso in questi anni di “educazione”, tanto più a fronte di una diffusa carenza nella applicazione della tariffazione puntuale corrispettiva che alimenta il continuo aumento della TARI in vari Consorzi di Area Vasta. Investire gli stessi 400M€ in tariffazione puntuale, in prevenzione e miglior differenziazione potrebbe aver maggior probabilità di successo nel raggiungimento degli obiettivi ambientali riduzione degli scarti e di Circolarità Economica, rispettando contemporaneamente la gerarchia europea di gestione rifiuti.

Maggiori info:

Testo PRUBAI https://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2023/21/attach/aa_aa_deliberazione%20del%20consiglio%20regionale_2023-05-23_85962.pdf

ISPRA pag. 371 https://emissioni.sina.isprambiente.it/wp-content/uploads/2024/05/NIR2024-Rapporto-398-2024.pdf

LCA ATO-R pag. 24 https://www.servizi.piemonte.it/rsr/servizi-sp/dwd/ValutazioniAdempimentiAmbientali/vas/valutazione-verifica/003_REG_2021/Studio_LCA.pdf

 

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