RICEVIAMO DAL SINDACATO NURSIND ASLTO3
RIVOLI / SUSA – Da più di 2 settimane, come da previsione, anche i Pronto Soccorso/DEA dell’Asl To3 sono presi d’assalto. Centinaia i pazienti in gestione contemporaneamente e barelle costantemente esaurite occupano selvaggiamente gli spazi comuni (anche limitando le via di fuga in caso di evacuazione). Nelle 24 ore, il pronto soccorso di Rivoli viene affollato da circa 70/80 pazienti, a Susa 20/30 persone: una media di 100 pazienti ogni 24 ore nelle due strutture sanitarie d’urgenza.
A farne le spese, soprattutto i cittadini ai quali non può essere garantita una assistenza sicura e dignitosa, oltre ovviamente il personale sanitario costretto a lavorare in queste condizioni. Anche nella nostra Asl, ogni anno viene presentato un piano per l’iperafflusso, piano che però risulta essere inapplicabile e che non porta risultati tangibili, se non in piccola parte. Riteniamo che un maxi-afflusso dovrebbe essere una condizione straordinaria non prevedibile, tuttavia come i dati (ormai decennali) dimostrano anche da noi, sia diventata una condizione cronica nei periodi invernali ed estivi, affrontato non in maniera strutturale, rivalutando fabbisogni di personale e posti letto per i ricoveri, nonché il necessario supporto del territorio che lascia l’ospedale come unica risposta in grado di dare una risposta ai bisogni di salute dei cittadini.
Situazione analoga e sovrapponibile agli scorsi anni. Nulla di nuovo, il momento che è ormai un appuntamento fisso e certo, mette come sempre in grave difficoltà i pronto soccorso e tutta la rete ospedaliera, oltre che gli operatori sanitari che ci prestano servizio.
È chiaro che le misure adottate non sono sufficienti a dare risposte adeguate e che mancano pezzi del sistema deputate a darle. Ancora una volta, il personale che non si deve mai smettere di ringraziare, sì trova a fronteggiare un numero eccessivo di pazienti da assistere, ai quali, in molti casi non è possibile poter garantire un assistenza sicura e dignitosa.
Ancora una volta, la prima linea, dall’emergenza territoriale che vede incrementare domanda e missioni di lieve entità rispetto all’ anno precedente, insieme ai pronto soccorso garantiscono una presa in carico a tutto e a tutti. Pronto soccorso che si trasformano spesso in reparti di degenza con pazienti in alcuni casi, spesso anziani, in attesa di posti letto e gli stessi reparti di degenza che si riempiono ed hanno difficoltà a dimettere,
incidendo su altre attività, oltre che all’adeguatezza dell’assistenza.
Per chi ci chiede quale sia la situazione, diciamo che non ci sorprende se anche quest’anno si ripete una situazione prevista e prevedibile e non sorprende neanche il personale, impegnato come sempre a fronteggiare la situazione con la massima professionalità.
Servono modifiche e proposte strutturali del sistema che ancora non arrivano, altre potrebbero essere affrontate con maggior rigore e impegno che qualche volta vengono a mancare. Su questo lanciamo un appello all’assessore regionale Gabusi affinché si ponga la giusta attenzione a questo tema e si cominci a pensare a soluzioni in grado di incidere.
Se le liste di attesa sono un problema per i cittadini, quello della domanda inappropriata all’emergenza territoriale e all’iper-afflusso nei pronto soccorso non è certamente da meno e deve rientrare tra gli obbiettivi prioritari della regione e delle aziende, poiché basta poco che situazioni a limite come quelle che si vivono, si trasformino in vere e proprie emergenze di difficile gestione.
Sarebbe semplice per noi denunciare situazioni di estrema criticità che non sono cambiate rispetto agli anni precedenti ma ci teniamo a dire che anche in condizioni difficili, in questi servizi operano professionisti che non fanno mancare il loro impegno, la loro disponibilità oltre che la grande professionalità e che fanno il possibile per evitare criticità, circostanza indipendente dalla loro volontà. Ed è questa una certezze per i cittadini.