di REBECCA DE BORTOLI
RIVOLI / ROMA – Martedì 30 giugno la referente Plastic Free di Rivoli Stephanie De Vita e la referente regionale sono state a Montecitorio nella Sala della Regina per un incontro che ha coinvolto a Roma più di 150 persone tra cui referenti Plastic Free provenienti da tutta l’Italia, sindaci e altre istituzioni premiate nel tempo da Plastic Free che, con un bollino di garanzia riconosciuto dal ministero dell’ambiente, premia i comuni più attenti alla salute ambientale. All’incontro erano presenti anche Sergio Costa ex ministro dell’ambiente tra il 2018 e il 2019, e una parlamentare della commissione ambiente.
Sono cinque i punti portati da Plastic Free a favore della tutela ambientale: il primo riguarda il tracciamento degli pneumatici, per poter risalire e sanzionare chi li smaltisce irregolarmente. Si è poi proposta la creazione di smoking aree, zone dedicate ai fumatori in modo da poter ridurre la dispersione di mozziconi di sigaretta ed è stata ripresa la petizione fatta un anno fa “contro”. La vendita dei palloncini, per impedire che agli eventi, matrimoni, feste venissero liberati nel celo, infatti poi questi vengono scambiati per cibo dagli animali che vanno incontro alla morte. Gli ultimi due punti riguardano la salvaguardia dei fiumi, tramite un monitoraggio per raccogliere dati con “occhi artificiali” che riconoscano i rifiuti maggiori dei due centimetri per bloccarli prima che arrivino al mare, questo è stato proposto dei referenti che si occupano di pulire il delta del Po che porta rifiuti in tutta Italia. In fine si è proposto di riconoscere un bollino Plastic Free in favore della nascita degli Eco-eventi per rendere le grandi occasioni libere dalla plastica e dal monouso e per favorire così la sensibilizzazione sia degli organizzatori che dei partecipanti. Il dialogo fra le parti è durato circa due ore e le volontarie si sono rese conto che è stato solo un primo passo per quella che è una strada ancora molto lunga da percorrere. Da questo si aspettano maggior collaborazione sia da parte delle istituzioni che da parte delle aziende. “È come se fossimo uno sgabello a tre gambe ma ad oggi ci mancano i supporti” – ci dice Stephanie. Anche se non si aspettano risposte immediate ma sperano che sia un passo per il cambiamento.