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“Padre Nostro che sei in galera. i carcerati commentano la preghiera di Gesù.” – di fra’ Beppe Giunti e fratelli briganti – Edizioni Messaggero Padova. E’ nato dalla condivisione con i carcerati della Casa di reclusione «San Michele» (Alessandria), emerge che la paternità/maternità di Dio non impicca la persona al suo passato, per quanto devastato e devastante. Lui ama la persona in questo momento e ne sogna la rieducazione e la liberazione.Al di là delle sbarre, in galera, la preghiera del Padre Nostro risuona più ricca, più dolorosa, forse più vera e incarnata nella nostra umanità, perché tutti siamo fratelli e briganti.
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“Donne che guardano in faccia. Il coraggio delle mogli dei detenuti.“– di fra’ Beppe Giunti e Simona Segoloni Ruta – Edizioni Messaggero Padova. Narra la vita quotidiana delle mogli, delle figlie, delle donne dei collaboratori di giustizia . Queste vite ristrette spesso sono anche volute, decise da loro stesse, non solo subite. Per molti “infami”, come la camorra considera chi collabora con la giustizia, la decisione di “parlare” l’ha voluta “lei”, con determinazione. Queste donne si raccontano guardandoti in faccia, dritto negli occhi. Con lo sguardo di chi non vuole che anche i figli abbiano una vita sbagliata.
Giuseppe Giunti nasce a La Spezia il 6 gennaio 1948; cresce a Genova e in famiglia respira fede e impegno sociale. Riceve la formazione francescana e sacerdotale ad Assisi, Brescia, Susa, Padova e infine a Roma, al Seraphicum dove conclude gli studi di teologia con una ricerca “sul campo” per il dottorato, nel quartiere Magliana. Svolge il servizio educativo nella scuola pubblica come docente di IRC, dalle Medie al Liceo classico, nella pastorale giovanile in parrocchia a Torino e ad Assisi. E’ formatore itinerante delle cooperative sociali Coompany& e Coompany2 presso il carcere “San Michele” di Alessandria, e accompagna da anni uomini in carcere che hanno deciso di fornire il loro contributo per la lotta al crimine organizzato.