di REBECCA DE BORTOLI
COLLEGNO – La distanza che separa Collegno e Torino è di circa undici chilometri, una ventina di minuti di automobile, eppure se si sceglie un mezzo di trasporto alternativo i tempi si dilatano enormemente, specialmente in altre zone della Cintura dove non vi è il servizio ferroviario metropolitano.
In un periodo storico in cui la tematica ambientale e la lotta contro il cambiamento climatico sono più vivi che mai e soprattutto in una delle città prime in Europa per l’inquinamento dell’aria e i decessi per smog ci si dovrebbe aspettare la massima cura verso una mobilità sostenibile. Ma così non è.
Su un qualsiasi mezzo pubblico che collega Torino e la sua cintura, anche su una breve tratta, è probabile sentire lamentele da parte dei cittadini. I problemi che maggiormente sono emersi sono i frequenti ritardi oppure addirittura corse saltate di bus e treni che spesso causano il sovraffollamento del mezzo successivo e i lunghissimi tempi d’attesa che costringono, oltre che a perdere del tempo, a stare fermi alla fermata sotto il sole di luglio o col freddo di gennaio.
Dai racconti inoltre è emerso che spesso chi abita in cintura per essere sicuro di arrivare puntuale sul posto di lavoro o a lezione è costretto a partire anche più di un’ora prima dell’orario rischiando comunque di non farcela o di dover ricorrere all’utilizzo di un taxi, mezzo poco inclusivo per tutti gli utenti che non possono permettersi di spendere più di 25 euro a corsa.
Ma il problema che hanno sollevato soprattutto i più giovani e che racchiude un misto di disagio e preoccupazione è quello che riguarda gli orari di chiusura dei trasporti. L’ultimo mezzo disponibile per raggiungere la prima cintura dal centro di Torino è intorno alla mezzanotte e questo spinge molti giovani oppure a muoversi con la macchina, aumentando i rischi di incidenti dovuti alla stanchezza di guidare in tarda notte magari dopo una serata passata a ballare con gli amici, oppure a rinunciare a dei momenti di socialità per lo stress che comportano i tempi incerti degli spostamenti.
Proprio lunedì due gennaio ci sono stati disagi nella tratta ferroviaria che porta dalla Valsusa a Torino Porta Nuova: il treno delle ore 8.30 del mattino è partito con dieci minuti di ritardo, il che può essere problematico per chi deve rispettare un orario di lavoro, il successivo delle ore 9 invece è stato invece cancellato. Inoltre, monitorando la chat di Telegram che fornisce gli orari di ogni fermata Gtt, è possibile notare come raramente gli orari effettivi coincidano con gli orari riportati oppure ancora si potrà notare come a distanza di pochi minuti le previsioni mutino. Sono situazioni paradossali soprattutto considerando i prezzi dei biglietti in continuo aumento anche per delle brevi tratte.