RIVOLI – È con immenso piacere che il Polo Culturale e Museale dei Trasporti Autofilotranviari di La Spezia comunica che in data 7 Settembre è stato prelevato da Rivoli l’Unità mobile di sopravvivenza “Endurance” che verrà portata a La Spezia, presso la sede al fine di essere restaurata dinamicamente. Il progetto “Endurance” nasce nel 2002 realizzato in partnership tra l’Asl To3, il Comune di Rivoli e l’Associazione Isola di Arran di Torino.
Endurance è un dormitorio realizzato a bordo di un bus precedentemente adibito ai trasporti urbani, ceduto dall’Azienda Torinese Mobilità. Il bus è stato adeguatamente approntato ed attrezzato con cuccette, servizio bagno e doccia, cucina, armadietti, cassetti, TV, insomma quanto necessario per rendere la struttura accogliente e la permanenza a bordo confortevole.
I posti letto sono undici, dieci per gli ospiti e uno per l’operatore. Otto posti sono riservati agli uomini, due alle donne, separati dagli altri per garantire un minimo di privacy. La sfida era offrire un letto, un pasto caldo, un luogo confortevole e dignitoso a chi si trova in difficoltà e a distanza di 22 anni possiamo dire che è riuscito: Endurance ha dato ospitalità a più di 20.000 persone.
Il nome Endurance deriva dall’omonimo veliero capitanato da Ernest Shackleton che nel 1914 partì dall’Inghilterra ed aveva l’obiettivo di attraversare a piedi il continente antartico con la sua flotta. La traversata a piedi dell’Antartide sembrava essere l’ultima grande sfida nella conquista del continente di ghiaccio. Salpò con 28 uomini ma la nave non raggiunse mai il continente antartico. Giunta a poche miglia dalla costa, fu imprigionata dalla morsa dei ghiacci, e ne fu alfine distrutta.
Shackleton ed i suoi uomini furono costretti sul pack per quasi due anni, quando, dopo incredibili avventure e peripezie riuscirono a raggiungere la base per la caccia alle balene di Stromness nella Georgia Australe. Ernest non attraversò a piedi l’Antartide, non raggiunse, se vogliamo, nessuna meta: ma salvò tutti i suoi uomini e scrisse una delle più straordinarie pagine d’avventura della storia dell’umanità. La sua nave l’aveva battezzata, prima del viaggio, Endurance: resistenza, costanza, tolleranza, perseveranza.
In termini tecnici invece Endurance è un autobus di linea, un FIAT 421 AL, costruito in sottoserie semplificata di soli 49 esemplari, carrozzato Viberti/Seac ed immatricolato il primo giugno del 1983. Esso portava il numero aziendale 4870 e presto servizio fino appunto al 2002 come autobus di linea a Torino, il modello 421 era stato concepito appositamente per le grandi città metropolitane.
Il museo ha accolto di buon grado l’idea di preservare e restaurare questo mezzo anche se non più allestito ad autobus proprio per la sua storia e la sua rarità. Possiamo infatti affermare che ad oggi è l’unico Fiat 421 Viberti esistente e funzionante. L’altro funzionante e restaurato in Italia è carrozzato Menarini ed è la tristemente nota 4030 di Bologna, impiegata nella strage per recuperare i feretri.
La struttura ringrazia sentitamente: Marco Casula (Martz), l’Isola di Arran, l’Asl3 di Torino, il sindaco di Rivoli Andrea Tragaioli, il Comune di Rivoli, la Polizia Municipale e la Polizia di Stato che hanno permesso di far arrivare ad oggi il veicolo. Si ringraziano anche Jonny Porcu, appassionato Torinese che ci ha aiutato sostituendo il motorino di avviamento danneggiato, Simone Schiavi, autore del libro dal titolo “Fiat 421 – Un leone tra gli autobus” nel quale abbiamo trovato fondamentali informazioni tecniche e storiche, C.I. Riparazioni di Luca Cantoni di Avigliana che insieme a Alex Brunatti Autosoccorso sono intervenuti sul posto per lavori di manutenzione con officina mobile e fondamentali a caricare il bus sul carrellone, AssoFitram, che ci ha prestato il furgone per raggiungere Torino varie volte, il loro socio Maurizio Golinelli che ci ha accompagnato ed ha partecipato attivamente al recupero, Fabio Mazzoncini ex meccanico Ataf di Firenze e socio di AssoFitram che si è prodigato ad aiutarci al riavviamento della vettura dopo 15 anni di stop, Marco Bedini e Cesare Caroti che anche se a distanza ci hanno guidato nella revisione e rimessa in funzione del difficoltoso cambio automatico DRS CTM – Cinotto Termomeccanica, differente dai cambi montati su altre serie di bus, Alberto Fontana, appassionato del settore che è sempre stato presente durante i nostri interventi, Maurizio Scandurra intervenuto come giornalista del territorio ed appassionato del settore ed infine Mainoldi Autotrasporti che carrellerà il bus. Per tutti coloro che si fossero appassionati a questa storia è possibile aiutarci offendo un contributo all’associazione per il restauro del veicolo.