ORBASSANO – Uno dei Festival più longevi del panorama musicale, affonda le sue radici nella storia della musica della nostra splendida nazione. Un concorso di canto che senza mezzi termini rispecchia l’eccellenza della cultura musicale-canora italiana, come dimostrano i grandi nomi citati nei registri storici del festival. Nato nel 1968 da un idea del Cav. Uff. Sivio Giorgetti, per molti anni è stato presentato da Pippo Baudo e trasmesso sulla RAI.
Venuto a mancare il suo ideatore, il festival ha smesso d’esistere fino a quando, l’anno scorso, lo ha rilevato la Nove Eventi s.r.l . società di produzione fonografica, promotrice d’ Artisti di grande livello nazionale ed internazionale. L’intento della Nove Eventi di riportare il festival al suo antico splendore si aggiunge al desiderio di renderlo un evento internazionale tra i più importanti nel panorama musicale. Questo intento è supportato da solide basi composte dai grandi professionisti che formano l’organizzazione. Al festival ha partecipato Juli Sparks, giovane di Orbassano che si è guadagnato l’accesso alla fase finale che si terrà a Riccione il prossimo 1° settembre.
“Mi sono iscritta al concorso “ Una voce per l’Europa” perché il mondo dei concorsi non mi appartiene e volevo fare qualcosa che mi mettesse in difficoltà – spiega Juli – Dopo la quarantena il mondo musicale è ripartito, ma si è trasformato radicalmente, e io avevo bisogno di sperimentare nuovi orizzonti. Quando ho preso parte alla semi-finale di “Una voce per l’Europa” non sapevo cosa mi sarei trovata davanti. Ma mi ha aperto un mondo perché confrontarsi con altri professionisti è una fonte molto potente di spunti e riflessioni, ma soprattutto di stimoli. Ho deciso di iscrivermi al concorso perché era giunto il momento di provare a fare qualcosa di diverso rispetto a quello che già facevo per la musica”.
“Non credo che si partecipi a questi concorsi perché si è sicuri di farcela. Anzi, si partecipa per scoprirlo. Perché è una sfida con se stessi. Sei lì perché hai qualcosa da dire, qualcosa da comunicare – prosegue – Mi sono presentata con la canzone Creep dei Radiohead perché è una canzone potente, intima, sofferta. Creep per me è una canzone d’amore. Ce ne sono davvero tante, ma Creep parla del lato oscuro dell’amore. E non di un amore qualunque, ma dell’amore per noi stessi. Tutti ci siamo sentiti inadatti, sbagliati, ma credo che sia da quel lato oscuro, che poi nasca l’amore per sé stessi. E’ una canzone importante per me, e sicuramente ci metto dentro tanto della mia esperienza personale. Una cosa che mi piace particolarmente, è dimostrare che l’Ukulele è uno strumento capace di rendere onore una canzone così intensa. Molti lo valutano come un strumento di classe b, ma io lo trovo perfetto, soprattutto per interpretare canzoni così intense, perché una delle sue caratteristiche è quel suono brillante e allegro ma malinconico. Che tra l’altro è la caratteristica che mi ha fatto innamorare”.
“Adesso ho davanti la finale – conclude “Non c’è modo di prepararsi a una situazione così grande e così nuova, almeno per me. Ma non vedo l’ora di trovarmi lì e poterla vivere, perché sarà un’esperienza unica che sono determinata a vivere intensamente. So che mi troverò li e l’unica cosa che vorrò fare e scappare più lontano possibile. Mi capita ogni volta che mi metto in situazioni nuove. Ma quella sensazione ogni volta mi dà forza, e la porto con me sul palco, perché rappresenta esattamente l’affrontare le proprie paure e vincere le sfide personali. Andrò lì pensando a godermi l’esperienza e a come farne tesoro ma soprattutto a dare tutto ciò che posso dare, senza risparmiare neanche una piccola emozione”.