CORONAVIRUS A PIANEZZA: “MIO ZIO È MORTO, PERCHÈ L’ASL NON HA FATTO I TAMPONI NELLA CASA DI CURA?”

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di VALENTINA GIACALONE
PIANEZZA – In riferimento al Vostro articolo riportato sul Vostro giornale in data 25/04/2020, desidero raccontarvi la storia della mia famiglia e di mio zio, morto all’Ospedale di Rivoli l’11 aprile, ma fino al 10 aprile in riabilitazione a Papa Giovanni XXIII a Pianezza. Positivo al Coronavirus.
Dopo l’ultimo decreto (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 8 marzo 2020. Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19), per quattro settimane non abbiamo più avuto contatti con lui, ci parlavamo solo telefonicamente due volte al giorno.
Quindi come ha fatto a venire a contatto con il Coronavirus?
Giovedì 9 aprile quando ci è stato comunicato che mio zio avesse febbre e abbassamento della pressione, abbiamo cercato di contattare la Sisp di Rivoli telefonicamente (senza ottenere risposta) e tramite e-mail (la loro risposta è stata che i tamponi a pazienti e operatori sarebbero stati fatti in tempi stretti). Noi volevamo sapere se i tamponi li avessero fatti anche in strutture diverse dalle RSA.
Mio zio venerdì 10 aprile, in seguito ad un peggioramento è stato trasferito all’Ospedale di Rivoli, dove poi è morto sabato 11 aprile. L’esito del tampone arrivato in seguito al suo decesso, ha dato esito positivo, che abbiamo comunicato all’Asl To3 tramite e-mail sabato 11 aprile (verso le ore 19 circa).
Nel leggere l’articolo del 25 aprile ci siamo stupiti che non siano ancora stati fatti i tamponi in quella struttura.
NOTA DELLA REDAZIONE: L’Asl ha effettuato i tamponi nella casa di cura soltanto lunedì 27 aprile.
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