di ANDREA MUSACCHIO e THOMAS ZANOTTI
RIVOLI – Dai campi di Rivoli a Wimbledon, passando dalla “storica” vittoria storica in un torneo Atp. Non è una fiaba, ma la storia di Lorenzo Sonego. Forse non tutti sanno che il tennista Sonego è cresciuto sportivamente proprio a Rivoli, nell’accademia Green Park. Il 30 giugno il 24enne ha vinto per la prima volta in carriera un torneo Atp.
Nel 2013, all’età di 20 anni, Sonego diventa professionista e nel 2015 insieme a tutto il suo staff inizia ad allenarsi a Rivoli, precisamente all’accademia Green Park: “Siamo sbarcati qui a Rivoli da quattro anni circa, per il suo coach Gipo Arbino inoltre è anche un ritorno, perché proprio qui ha cominciato la sua carriera da maestro di tennis” spiega a CinturaOvest il preparatore di Sonego, Fabio Nervi.
Per il ragazzo cresciuto nell’Accademia Green Park di Rivoli, sotto le direttive del coach Gipo Arbino, si tratta di un risultato molto importante. Sia per lui che per il tennis italiano: da oggi Sonego tra i primi 50 giocatori (46esimo) nella classifica mondiale.
Dopo questo successo in Turchia, ora Sonego è atteso in quella più prestigiosa di Wimbledon, dove debutterà nello Slam inglese. Il suo avversario sarà lo spagnolo numero 110 del mondo Marcel Granollers-Pujol.
Eppure la storia inizia circa 13 anni fa: quando per la prima volta lascia le scarpe da calciatore per impugnare una racchetta da tennis. Mai scelta fu più azzeccata.
A raccontarcela, mentre Lorenzo è impegnato sui campi di Wimbledon, ci ha pensato Fabio Nervi, ossia il suo preparatore. Dopo un passato da giocatore di calcio come attaccante nelle giovanili del Torino, Sonego si affaccia al mondo del tennis all’età di 11 anni grazie a suo padre, Giorgio Sonego, il quale lo portò a provare da Gian Piero “Gipo” Arbino (attuale allenatore di Lorenzo Sonego, ndR) che ne vide subito il talento. Bastò solamente una prova, al circolo della Stampa di Torino, per far innamorare Lorenzo a questo sport.
“Tutto è partito da lì – spiega ai microfoni di Cintura Ovest Fabio Nervi, suo preparatore atletico da quando Lorenzo Sonego aveva 11 anni – perchè Gipo ha notato subito che fosse dotato tecnicamente nonostante non avesse mai giocato a tennis. Da lì ha fatto un escalation in un anno, arrivando direttamente nei primi livelli dell’agonistica. E’ rimasto molto nascosto, tralasciando l’attività giovanile internazionale, perchè comunque abbiamo pensato di fare un percorso sotto traccia. Quando è arrivato intorno ai 19 anni, sempre sotto la guida di Gipo, si è affacciato ai primi IPF, ai primi campionati internazionali giovanili dove ha iniziato a mettersi in mostra e a conquistare i primi punti ATP. Da quel giorno si è arrivati fino a Wimbledon”.
Dal 2013 Sonego si allena nei campi della cintura ovest di Torino, a Rivoli, dove ha trovato l’ambiente ideale.
Nonostante gli alti livelli raggiunti, Lorenzo Sonego è rimasto lo stesso ragazzo che ad 11 anni si è affacciato per la prima volta nel mondo del tennis. A testimoniarlo ci pensa il suo preparatore Nervi: “Ci sono tanti particolari di Lorenzo, la cosa che mi viene subito in mente è che nonostante abbia raggiunto livelli altissimi nel mondo del tennis, lui è rimasto il ragazzino di cui mi ricordavo. Ossia di quando era agli inizi, quando era il famosissimo signor nessuno. Quindi con la stessa voglia di divertirsi, in campo, in allenamento e poi continua ad avere gli stessi amici di quando era ragazzino. Poi, giustamente, le ha ampliate con amicizie internazionali e giocatori importanti come Berrettini con il quale è legato. Però il suo zoccolo duro è rimasto invariato. Penso che sia uno dei suoi segreti che lui ha, quello di mantenersi legato sempre e comunque alle sue radici. Secondo me, la sua caratteristica particolare, è quella di non essere cambiato a livello caratteriale senza esaltazioni. E’ rimasto sempre lo stesso”.
Infine una battuta sui prossimi “ATP Finals”, che dal 2021 fino al 2025 avranno luogo a Torino: “Sicuramente è uno dei suoi obiettivi. Per lui sarebbe un traguardo importante. Primo perchè rientrerebbe tra i primi 4-5 del ranking e secondo sarebbe un onore per lui, oltre che un piacere, giocare a due passi da casa sua. Giocare a casa sua, con tutti i tifosi, sarebbe motivo d’orgoglio. Anche se non lo dice pubblicamente, lui è un agonista. Come tale nella sua testa potrebbe essere uno dei suoi obiettivi. Quello sicuramente. Poi da li ad arrivarci c’è tutto un lavoro da fare”.