riceviamo dall’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI ALPIGNANO
ALPIGNANO – Lo avevamo scritto nel nostro programma: le risorse pubbliche derivanti dai trasferimenti e dalle imposte non sono più sufficienti a soddisfare il fabbisogno di servizi e opere di una città e quindi è necessario che si attinga a quell’immenso bacino costituito dai bandi: regionali, statali, europei.
Condizione fondamentale per partecipare ai bandi è avere dei progetti, che da un lato possano stabilire l’esatto ammontare delle risorse necessarie, dall’altro consentano di partire subito con i lavori e ottenere le erogazioni.
Non abbiamo trovato nei cassetti niente di tutto ciò, e quindi abbiamo dovuto partire da zero: l’amministrazione precedente, in cinque anni di mandato, non ha lasciato in eredità idee, progetti e stanziamenti anche solo per l’ordinaria manutenzione. Ma solo gusci vuoti e un bilancio ridotto all’osso.
Il bilancio che abbiamo approvato lo scorso 27 marzo è stato predisposto con grande attenzione, volta a coprire tutti i fabbisogni necessari a far ripartire virtuosi processi di sistemazione del patrimonio pubblico e dei servizi, mettendo in campo però risorse di provenienza esterna, processo già in atto da un anno a questo parte a seguito dell’istituzione dell’ufficio bandi.
Avendo deciso di partecipare al cosiddetto “bando periferie”, sia l’ufficio tecnico sia l’area finanziaria del comune si sono messi a lavorare intensamente, ben sapendo come il tesoretto potesse fare gola alle amministrazioni di tutta Italia.
Il bando prevedeva per la partecipazione che le opere fossero incluse in uno strumento di programmazione (quale, ad esempio il piano triennale delle opere pubbliche) e che non fossero finanziate con altri fondi.
La Direzione finanze del comune di Alpignano, con la quale molti di coloro che oggi siedono nei banchi dell’opposizione ha già collaborato, conoscendone la serietà e il rigore, recepisce le volontà dell’amministrazione e predispone i documenti ufficiali, rispettando tutti vincoli e gli equilibri di finanza pubblica.
Noi speravamo di vincere i bandi, ma ci resta almeno la soddisfazione di risultare tra i progetti ammessi al finanziamento, segno che abbiamo lavorato bene ma che non ci ha premiato il fatto di aver un bilancio “sano”. A questo proposito vorremmo segnalare una nota dell’Anci, che mette in discussione i criteri di assegnazione dei fondi, che vanno a vantaggio dei comuni in condizioni di squilibrio finanziario, mentre il comune di Alpignano sappiamo che oggi può vantare un bilancio in ottime condizioni dal punto di vista del rispetto dei parametri di stabilità. Cosa che ci consente di passare senza nessun rischio o problema al piano B: l’accensione di un mutuo per la scuola Gramsci.
Ricordiamo infatti che quello che è stato approvato è un bilancio di previsione e come tale può essere modificato. Avremmo potuto incorrere in sanzioni qualora avessimo accertato (e un assessore al bilancio queste cose le sa bene) somme non assegnate e le avessimo utilizzate dando il via ai lavori. Niente di tutto ciò è stato fatto.
Siamo stati chiari fin dall’inizio: abbiamo partecipato al bando periferie per poter accedere a fonti di finanziamento esterne e non gravare sulle poche risorse disponibili nel nostro bilancio. Non avendo vinto il bando ritorneremo in consiglio, modificheremo il piano triennale delle opere e di conseguenza il bilancio e andremo avanti con la richiesta del mutuo Gramsci come abbiamo sempre detto e così come era già scritto nella previsione triennale approvata a luglio 2017.
Non ci arrendiamo e continueremo comunque a partecipare a bandi perché i progetti nel cassetto ci danno ora il vantaggio di aprire gli orizzonti ad altre opportunità.
Per dovere di cronaca potremmo ricordare che in uno dei bilanci della precedente amministrazione era stata previsto di finanziare l’ultimazione dell’ultimo piano del Movicentro tramite l’alienazione dell’immobile di proprietà comunale in piazza Vittorio Veneto. Ma di nessuna delle azioni preliminari per poter dare corso a questa idea abbiamo trovato traccia: per poter vendere lo stabile è necessario spostare gli uffici della polizia municipale, ma se non si ristruttura l’ultimo piano del Movicentro non si può trasferire il comando. Vista così, la cosa pare attualmente senza soluzione e chiede un ripensamento.
Questo è uno dei tanti circoli viziosi che abbiamo ottenuto in eredità, insieme ad altri disastri a cui stiamo a mano mano, lentamente e faticosamente, cercando soluzione. I risultati arriveranno, ma ci vuole coraggio, determinazione e, da parte dei cittadini, pazienza e comprensione. A ricostruire ci va molto più tempo che a distruggere.
Dai banchi dell’opposizione ora è possibile vedere una giunta che lavora su qualcosa di concreto, che pensa a percorsi fattibili e a processi ben strutturati, che addirittura vince bandi importanti, come ad esempio quelli per le sistemazioni antisismica alla Turati e alla Tallone). Sono almeno nove i bandi delle scuole a cui l’amministrazione precedente avrebbe potuto partecipare, ma quei bandi hanno sorvolato sulla nostra città senza atterrare.
Se l’ex sindaco, nonché ex assessore al bilancio, maneggia così bene i “ferri del mestiere”, lo invitiamo a fare proposte concrete: noi tutto ciò che è bene per la città lo seguiremo con entusiasmo.