di CRISTINA ZACCANTI (POPOLO DELLA FAMIGLIA)
PIANEZZA – Anche il comune pianezzese la sera del 22 luglio ha illuminato di blu la facciata del proprio palazzo municipale sulla scia di altre similari iniziative (oltre all’illuminazione, veglie delle Sentinelle in Piedi, ma anche veglie di preghiera con adorazione notturna). Da Biella a Genova, da Venezia a Milano e Brescia, da Cazzago San Martino, in Franciacorta, ad Avio, nel Trentino, per fare solo alcuni dei nomi delle decine di altre località italiane, un esercito si è mobilitato per sostenere il diritto a vivere per il piccolo Charlie Gard.
La vicenda è nota. Questo bimbo di undici mesi, affetto da una rarissima forma di deplezione del dna mitocondriale a giudizio dei medici dell’ospedale inglese Gosh di Londra (Great Ormond Street Hospital), non dovrebbe più essere mantenuto in vita. La decisione di staccare la spina dei macchinari, confermata dalla sentenza di tre tribunali, tra cui l’Alta Corte di Londra e la Cedu (Corte Europea dei Diritti Umani), è fortemente contestata dai genitori, Connie e Chris, che da mesi chiedono di poter trasportare il loro bambino negli Stati Uniti, dove potrebbe essere sottoposto ad una cura sperimentale.
Il caso di Charlie, di cui il colore azzurro è diventato simbolo, ha ottenuto un’enorme risonanza mediatica grazie ad un passaparola serrato ed instancabile che attraverso e-mail, Twitter, WhatsApp e telefonate ha raggiunto sala Santa Marta ed anche la Casa Bianca.
Anche la struttura dell’ospedale Bambin Gesù di Roma si è resa disponibile per accogliere il piccolo, mentre la Commissione preposta, in attesa dell’approvazione della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, gli ha concesso la Green Card, cioè il diritto alla residenza permanente perché possa essere curato presso un ospedale americano.
Si attende per il 25 luglio una decisione che si presume definitiva e che lascia con il fiato sospeso davvero decine di migliaia di persone. Non si tratta di difendere solo la vita di Charlie, a fronte di quella di centinaia di migliaia di bambini che spariscono nel nulla o vivono e muoiono nell’indigenza e nell’abbandono.
La posta in gioco è anche un’altra: non si può non cogliere la portata culturale e di civiltà che una tale decisione assumerebbe, qualora fossero i medici ed i tribunali, vale a dire delle istituzioni statali, che si arrogassero il diritto di decidere della vita o della morte di una persona, anziché garantirne a tutti i costi il diritto alla cura. Di questo si tratta: diritto ad essere assistiti e curati ovviamente con dei costi ben più alti di quanto sarebbero quelli relativi alla soppressione, spacciata, inoltre, come diritto ad una morte dignitosa per evitare sofferenze inutili.
Il braccio di ferro tra la famiglia, che ancora una volta dimostra di essere l’estremo baluardo per la difesa dei figli, e quindi modello di sostegno e cura di ogni essere umano, e lo Stato ha evidentemente un’indiscutibile valenza anche politica.
Per questo il Popolo della Famiglia, nuovo soggetto politico autonomo, è stato tra i primi a mobilitare migliaia di aderenti in un’azione di informazione e azione. Lucianella Presta, già candidato sindaco alle recenti amministrative di Grugliasco, e militante del PdF, nonché cittadina di Pianezza, ha proposto e ottenuto che anche la facciata del Palazzo Comunale (Villa Leumann) sia illuminata. Il sindaco Antonio Castello volentieri ha voluto aderire in nome di una testimonianza che nel piccolo Charlie difende la cultura della vita.