PROFUGHI AD ALPIGNANO, I 5 STELLE ENTRANO NELL’HOTEL PARLAPÀ: “280 SONO TROPPI, NE DEVONO RIMANERE 50”

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di PINO SCARFÒ

ALPIGNANO – Sabato scorso i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle, Cosimo Di Maggio e Antonia Bagnato, hanno varcato la soglia dell’ex hotel Parlapà, accompagnati dal proprio portavoce in senato, Marco Scibona. Una visita concessa dalla Prefettura di Torino. “Siamo stati accolti in maniera positiva e collaborativa dal personale e dal direttivo dell’associazione Acuarinto, grazie ai quali abbiamo avuto una visione d’insieme della situazione. Il lavoro del direttore e dei mediatori culturali è notevole, fanno l’impossibile con quello che hanno a disposizione”, dichiara Di Maggio. I richiedenti asilo sono 280, trenta in più rispetto al numero massimo previsto dal bando, sono tutti maschi e hanno un’età media sotto i 25 anni. Gli ospiti arrivano al Parlapà già identificati e visitati dai sanitari, al loro arrivo però vengono rivisitati e muniti di vestiario, attrezzatura per l’igiene personale e, come previsto dal bando, provvisti di 75 euro mensili. Tutti i richiedenti asilo seguono un corso di italiano all’interno della struttura e una cinquantina circa, che rispetto agli altri hanno un grado di scolarizzazione più avanzata, approfondiscono a Rivoli. 

Gli ospiti sono eritrei, somali, congolesi, nigeriani, maliani, ivoriani, senegalesi: “Tutti hanno affrontato un lungo viaggio e molti sono rimasti per giorni prigionieri in Libia, dove hanno visto violenze e torture e in alcuni casi le hanno anche subite. Questi ragazzi scappano da territori dove la violenza e la corruzione sono all’ordine del giorno e i diritti dell’uomo sono pressoché inesistenti – spiega Di Maggio – e aggiunge – Sono tutti maschi perché la maggior parte lascia la propria terra d’origine per trovare un lavoro in Europa e inviare parte del guadagno alle proprie famiglie rimaste a casa. Altri, invece, ambiscono a rifarsi una vita degna di essere vissuta”. Le camere dell’ex hotel sono state arredate con due letti a castello dove vivono dalle due alle quattro persone e una stanza è stata adibita dagli ospiti a moschea. Le parti comuni sono composte da cucine, magazzini e ambienti destinati ad eventuali laboratori ancora non utilizzati. I richiedenti asilo trascorrono la giornata usando spesso il telefonino, guardano la televisione e giocano a calcio o a rugby. Di Maggio afferma che tra gli ospiti c’è chi vuole realmente integrarsi e chi no, chi rispetta le regole e chi no, “un po’ come succede in qualsiasi comunità. Sono poco impegnati, quindi alcuni vanno a vandalizzare i raccoglitori di indumenti per cercare qualcosa di più piacevole rispetto a quanto gli viene già fornito, altri chiedono l’elemosina per avere qualche euro in più da spendere. Tutti devono rientrare entro le 23. Chi invece non dovesse rientrare nella struttura dopo 72 ore, perde il diritto di protezione internazionale. È successo nei primi arrivi che alcuni ospiti, usciti dalla struttura, non sono più rientrati”.

 Il M5S è contro la gestione dell’accoglienza così come viene proposta oggi dalle Istituzioni: “L’accoglienza per essere efficace dovrebbe essere distribuita in vari Comuni in maniera omogenea, senza concentrare un alto numero di persone richiedenti asilo in un unico paese, rischiando di creare disordine e agitazione sia fra i cittadini sia fra gli ospiti”, asserisce Di Maggio, e offre la collaborazione del M5S all’associazione Acuarinto per favorire l’integrazione degli ospiti in città.

 Di Maggio conclude chiedendo al Prefetto di non concedere un ulteriore rinnovo al servizio di accoglienza ed assistenza di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale all’interno del Parlapà e invita sia il Prefetto che l’amministrazione comunale “ad attuare un programma di accoglienza diffusa che porti ad Alpignano un numero massimo di 50 ospiti per l’accoglienza: siamo disponibili ad offrire piena disponibilità e collaborazione nella stesura dell’accordo”. 

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