ALPIGNANO E LA COMMISSIONE SUI PROFUGHI A PORTE CHIUSE, LA RABBIA DEI CITTADINI: “MANCANO LE RISPOSTE”

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di PINO SCARFÒ

ALPIGNANO – Si è svolta a porte chiuse la prima riunione della Commissione consultiva sui profughi. Una scelta che non è stata condivisa da alcuni cittadini, giunti ieri sera davanti Palazzo Civico, certi di poter partecipare: “Un tema così importante che ha monopolizzato anche i social alpignanesi, sarebbe stato necessario che la Commissione tenesse le porte spalancate per offrire ai cittadini un confronto aperto, perché comunque ci si aspetta molto dall’amministrazione comunale e dalla politica in generale. E poi trovare le porte chiuse è oggettivamente una mancanza di risposta e anche di considerazione”; dichiara un cittadino.

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Gli fa eco l’ex sindaco Gianni Da Ronco: “Considerando che la maggioranza vuole mantenere la Commissione a porte chiuse, per la delicatezza di alcuni argomenti trattati, ho chiesto che venga organizzato un consiglio comunale aperto per permettere ai cittadini di confrontarsi con l’amministrazione. Inoltre ho richiesto che al prossimo incontro partecipino anche i responsabili delle cooperative che gestiscono le tre strutture dove sono ospitati i profughi, per un confronto serio sull’argomento – e aggiunge – Se si intende mantenere costantemente 300 profughi presso l’hotel Parlapà, con il rischio che Alpignano diventi come Settimo Torinese, allora sarà necessario un presidio stabile della croce rossa e la presenza continua delle forze dell’ordine come accade a Settimo, per evitare che la situazione diventi ingestibile”.

Anche dal Movimento 5 Stelle respingono l’elevato numero dei profughi presso l’hotel: “Vorremmo che fossero ripristinati gli accordi stabiliti qualche settimana fa tra Prefettura e Comune, portando il numero degli ospiti a 120”; afferma Antonia Bagnato.

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