di PINO SCARFÒ
PIANEZZA – Matteo Salvini incontra i suoi sostenitori e i candidati della lista civica ‘Insieme per Pianezza’ capitanata dal sindaco uscente Antonio Castello, presso l’azienda agricola Fragolandia. Fa gli onori di casa l’assessore all’ambiente Sara Zambaia che ringrazia Salvini per la sua preziosa presenza a sostegno della lista e concede la parola al segretario della sezione locale Cristiano Gobbo, che accusa lo Stato per il numero esiguo dei vigili presenti sul territorio: “Se avessimo i quindici vigili che ci spettano, anziché i nove che abbiamo, potremmo garantire una maggiore sicurezza a Pianezza, ma sarà una delle prime cose che faremo nel prossimo mandato e se sarà necessario alzeremo la voce nelle sedi istituzionali opportune”, e rammenta che il territorio è stato può volte visitato da persone che ‘non suonano il campanello’.
La parola passa al segretario nazionale Riccardo Molinari, che encomia la Lega Nord pianezzese per aver lavorato ottimamente e informa Salvini che Pianezza è uno dei pochi Comuni della provincia di Torino che non è governato dalla sinistra. Rivolgendosi al pubblico esprime la sua indignazione per aver sentito di recente i dirigenti della Coldiretti genuflettersi a Renzi, garantendo l’appoggio alle sue riforme costituzionali invece di rappresentare gli interessi degli agricoltori e asserisce che Renzi è colui che ha creato più danni ai piccoli agricoltori: “Il governo Renzi ha appoggiato le sanzioni alla Russia, insieme agli Stati Uniti, creando alla nostra agricoltura danni per svariati miliardi di euro, inoltre sta dando il via libera al TTIP, sul quale i nostri parlamentari non hanno il diritto di potersi nemmeno documentare adeguatamente”. Spiega che l’accordo sul TTIP prevede l’annullamento delle barriere commerciali tra Stati Uniti ed Europa cancellando le protezioni ambientali, sulla salute e sulla qualità dei prodotti agricoli: “Se si farà quest’accordo non ci sarà più il divieto degli Ogm, alle carni agli ormoni e mangeremo il pollo all’ammoniaca, ciò significa che tutte le proprietà delle piccole imprese verranno fagocitate dalle grandi multinazionali e ciò sta accadendo con il via libera del nostro governo al servizio dell’Europa, delle grandi multinazionali o dei detentori dei grandi capitali finanziari. Come può la Coldiretti appoggiare questo governo? Queste persone non rappresentano gli agricoltori”.
E dice di essere certo che la base degli agricoltori saprà farsi valere e non seguirà le direttive dei dirigenti, e si complimenta con la giunta Castello per aver avviato la Denominazione di Origine Comunale dei prodotti per valorizzare gli agricoltori locali. Prende il microfono il sindaco che assicura tutti di aver sempre lavorato per il territorio e soprattutto per i cittadini, definendo il settore agricolo un’eccellenza per Pianezza. Accusa il governo di lasciare soli i Comuni con i loro mille problemi e principalmente sulle tasse, sicurezza e sanità. Accennando alla sanità, dichiara che i servizi sono sempre più scadenti, gli esami ospedalieri stanno scomparendo “e per il semplice fatto di essere del centrodestra veniamo esclusi dai progetti regionali o della Città Metropolitana sui temi della sanità e la sicurezza. Eppure noi abbiano sempre aperto le porte a tutti e lavoriamo per tutti i cittadini, cosa che loro non fanno”. Prosegue ricordando che sulla sanità la Regione ha cancellato i Lea (Livelli Essenziali di Assistenza), un assegno di cura che aiutava economicamente chi accudiva gli anziani. Una cancellazione che avvenne con sentenza del Consiglio di Stato su richiesta della Regione: “Quello che stanno facendo con la sanità e la sicurezza è scandaloso”. Invita Salvini a farsi portatore dell’unione del centrodestra a livello nazionale per non farli più governare: “C’è una parte politica che pensa che il nostro futuro sia da schiavi o servi. Vogliono decidere in pochi sulla testa di tanti: confindustria, sindacati, banchieri, finanzieri, multinazionali e i cittadini sono considerati ultimi”; esordisce Salvini. Passando al tema lavoro, accusa Renzi di gonfiare i numeri: “Pensate che vengono considerati lavoratori persone come un certo Claudio, che mi ha scritto di operare un’ora alla settimana per le rilevazioni dell’Istat ma, avendo un contratto di otto ore al mese, viene considerato ugualmente un lavoratore in regola. Se il futuro lavorativo è otto ore al mese, magari pagati 3 o 4 euro all’ora dalla falsa cooperativa che poi non paga nemmeno le tasse che dovrebbe versare, non è un futuro che penso per i giovani. Purtroppo queste persone sono sostenute da giornali, telegiornali e radio”. E ricorda che il cambiamento si potrà fare nella cabina elettorale. Spendendo qualche parola sull’immigrazione, afferma che il segretario generale dei vescovi italiani, monsignor Garantino, ha di recente lanciato la sfida alla Lega Nord e a Salvini, dicendo che bisogna accogliere tutti gli immigrati che vengono sul nostro territorio. Salvini precisa che l’accoglienza è possibile nel rispettato dei numeri, dei limiti e delle regole: “Andando avanti di questo passo, i profughi saranno gli italiani. E non dimentichiamoci che i più arrabbiati sono proprio gli immigrati integrati che non vogliono essere immischiati con la marmaglia che va in giro per le città a fare danni e casino, perché hanno un’abitazione, una famiglia e un lavoro da difendere. Sono qui rispettando le regole, quindi non si possono mettere sullo stesso piano di chi rifiuta un’integrazione regolare”. E accusa quelli che lo permettono, di volere un esercito di nuovi schiavi che siano disposti a guadagnare un euro in meno all’ora rispetto ai lavoratori italiani e agli stranieri integrati che vogliono essere pagati correttamente.
“Questi sono degli schiavisti e razzisti che vogliono sfruttare la sofferenza altrui, a questo sistema non mi arrendo”. Rispondendo alla richiesta di Castello di unire il centrodestra a livello nazionale, dice che ce la metterà tutta guardando però avanti “quindi non intendo rivedere Fini, Casini e Alfano, come ho detto questa mattina a Berlusconi incontrandolo a Roma”. Conclude invitando a votare ‘No’ al referendum di ottobre per evitare che gli italiani vengano ingabbiati, divenendo schiavi per i prossimi cinquant’anni e obbligati a subire le scelte dell’Europa, della Merkel, delle banche e dell’euro.